Il sentiero di Mattarella
Il capo dello Stato chiede il dialogo per la pace e ricorda l'art.11 della Costituzione. "Basta una foto per far guerra alla guerra". Zelensky vuole tutti nella Nato. Femminicidio, Italia sotto choc
Nel primo Angelus dopo l’invasione russa dell’Ucraina, papa Francesco citò l’articolo 11 della Costituzione italiana. Quello che sancisce: “L’Italia ripudia la guerra”. Dopo un anno e mezzo ieri, nel discorso per la Festa della Repubblica che cade oggi, 2 giugno, lo ha fatto anche il presidente Sergio Mattarella. Le parole chiave del breve intervento di saluto (qui l’integrale dal sito del Quirinale) sono tutte centrate su una visione precisa e che si racchiude in questa citazione: «La ricerca della pace e del benessere fra le nazioni richiede impegno e disponibilità a individuare insieme soluzioni comuni. È questo il fondamento della nostra scelta in favore del multilateralismo». Il mondo non può essere unilaterale, non può essere visto da un solo punto di prospettiva, sia pure quello delle società più ricche del mondo. Anche perché la maggioranza dei cittadini del mondo vivono nel cosiddetto “Global South”. Non solo: la parola pace, come nota Avvenire, ricorre ben 5 volte nel discorso di Mattarella. E c’è un esplicito riferimento a tutta l’attività diplomatica di queste ore, quando il Presidente dice: «Assistiamo con interesse e attenzione a tentativi di individuare sentieri di dialogo per giungere alla pace».
È un bel modo per festeggiare la Repubblica e la Costituzione. Un modo per non censurare l’angoscia che la guerra continua a generare. Oggi Domenico Quirico scrive per La Stampa un articolo quasi perfetto, riflettendo sulla foto di una bambina di Kiev uccisa in un bombardamento, vegliata da suo nonno. Scrive: «Si vorrebbe esser santi un minuto solo. Di fronte a questa morte, a queste morti è possibile? Per quanto breve tempo questa bambina ucraina ha respirato la dolcezza di essere, la sensazione insostenibile improvvisa evanescente deliziosa di esistere. Ci mancano i termini per definire tutto questo. (…) Per dichiarare guerra alla guerra, per fissare implacabili il suo essere crimine assoluto e totalmente odioso basta questa foto: la guerra è dove tutto è capovolto e chi ha lanciato il missile diventa eroe e non assassino, i bambini muoiono e i vecchi restano vivi, a soffrire». Per dichiarare guerra alla guerra basta prendere sul serio una foto.
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