In cerca di pane e acqua
I civili della Striscia assaltano i depositi Onu di farina. Parla suor Nabila. "Nessuno sa che cosa accadrà ai civili di Gaza". Biden frena Netanyahu. Meloni: manovra quasi pronta. Finito il Sinodo
Una popolazione stremata da un assedio che si prolunga da tre settimane. Da ieri in tarda mattinata, dopo le insistenze degli Usa e della comunità internazionale, sono tornate le comunicazioni con la Striscia di Gaza. Gli ultimi racconti sono angoscianti, con i bambini che assaltano di depositi Onu della farina e vagano in cerca di acqua potabile. Sulla Stampa parla Suor Nabila Saleh, preside della scuola cattolica Rosary Sisters School di Tel el-Hawa, quartiere nel centro della Striscia di Gaza e spiega che le persone rifugiate in chiesa non possono o non vogliono andare verso Sud, come chiede l’esercito israeliano. L’emergenza umanitaria non è uno slogan. È una realtà. Ieri papa Francesco ha aggiunto un appello all’Angelus domenicale, implorando un cessate il fuoco. Ecco le sue parole “A Gaza, in particolare, si lascino spazi per garantire gli aiuti umanitari e siano liberati subito gli ostaggi. Che nessuno abbandoni la possibilità di fermare le armi. Cessi il fuoco! Padre Ibrahim Faltas – l’ho ascoltato poco fa nel programma “A Sua Immagine” – padre Ibrahim diceva: “Cessate il fuoco! Cessate il fuoco!”. Lui è il vicario di Terra Santa. Anche noi, con padre Ibahim, diciamo: cessate il fuoco! Fermatevi, fratelli e sorelle! La guerra sempre è una sconfitta, sempre!”.
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