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Invasione di terra

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I carri israeliani entrano nel Sud del Libano. Azioni "limitate", via libera Usa. Preoccupate Onu ed Europa. Incognita Iran. Scontro Fi-Lega sull'Austria. Giorgetti riceve le associazioni familiari

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Alessandro Banfi
ott 01, 2024
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L’esercito israeliano è entrato nel territorio libanese. Il via libera del governo Netanyahu è arrivato, pur specificando che si tratta di un’azione “limitata”. Difficile però valutare come proseguirà questa offensiva. Gli Hezbollah promettono una battaglia di resistenza. Il Libano è, come ha scritto giorni fa L’Orient Le Jour, fra l’incudine dei miliziani sciiti e il martello dei carri armati israeliani. Un Paese in ginocchio già da molti anni, con enormi problemi economici e con milioni di profughi al suo interno: in esso le milizie si sono comportate come uno stato nello stato. Lo spiega in una bella testimonianza oggi sul Corriere la scrittrice libanese Joumana Haddad: “Ho smesso di sperare che qualche figura influente della politica mondiale possa intervenire per salvare la situazione. Questa rassegnazione vale sia per il Medio Oriente sia per altre parti del Sud del mondo. Tuttavia, nel profondo del cuore, continuo a sperare che noi, semplici cittadini, possiamo mantenere quel minimo di empatia e umanità necessario. Sono questi valori che ci permetteranno di aiutarci reciprocamente e di sostenerci lungo il cammino sempre più tortuoso e pericoloso a cui ci costringe la vita in questa parte del globo, che ormai sembra maledetta. Solo restando uniti potremmo affrontare i tempi oscuri che ci attendono e lavorare insieme per un futuro migliore”.

Benjamin Netanyahu sta rimontando nel favore dell’opinione pubblica israeliana: la guerra contro Hezbollah è molto diversa dall’occupazione di Gaza, anche agli occhi degli israeliani. Ma i rischi di una guerra “boots on the ground”, di un’invasione di terra, sono sempre imprevedibili. Finite le azioni mirate, come quella dei cercapersone o dei bombardamenti chirurgici, torna l’incubo delle possibili stragi di civili. Hezbollah promette di difendersi casa per casa.

Poi c’è l’incognita Iran. Come si comporterà ora Teheran nei confronti della milizia sciita sempre fedele agli ayatollah? Nei giorni scorsi era stato lanciato un messaggio di distensione, soprattutto all’Onu da parte del neopresidente Pezeshkian. Davvero gli ayatollah potranno abbandonare Hezbollah al loro destino? E se non lo faranno entreranno nel conflitto?

La preoccupazione americana, e ancora di più quella di Onu ed Europa, è proprio questa: con i carri armati a Beirut il rischio dell’escalation verso una guerra generalizzata tende ad aumentare. Ufficialmente la Casa Bianca non ha ancora rinunciato, di concerto con la Francia, a lavorare per una tregua. Oggi però sembra ben poco realizzabile.

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