La Versione di Banfi

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Kamala se vuoi...

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Sprint di Kamala Harris che conquista subito i dem. Arriva il sì anche di Nancy Pelosi. Trump studia le contromosse. Corsa per il vice della vice. Netanyahu in Usa. Disgelo ue di Meloni con Costa

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Alessandro Banfi
lug 23, 2024
∙ A pagamento
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Quando ieri negli Stati Uniti è iniziato (dopo il mezzogiorno italiano) il primo giorno di questa strana campagna elettorale senza Joe Biden si è capito subito che Kamala Harris era già in piena corsa e una corsa senza rivali. Tutti i governatori indicati come possibili candidati, uno dopo l’altro si sono schierati al suo fianco o hanno rinunciato a correre. Sui pc di cronisti e commentatori sono comparse le e-mail del suo nuovo comitato elettorale. I grandi donatori hanno annunciato un immediato appoggio finanziario, legalmente già possibile in quanto già presente nel ticket come vice di Biden. Tutto è sembrato rispondere ad una regia, preparata da tempo e che nelle prime 24 ore non ha lasciato dubbi. Soprattutto quando in serata è arrivato, per ultimo, l’appoggio di Nancy Pelosi. Manca solo quello di Barack Obama ma l’impressione è stata che non ci sarebbe stata altra competizione fra i democratici. Sarà Kamala Harris a sfidare Donald Trump.

Se una sfida è ancora aperta dentro il campo democratico è semmai quella per la candidatura alla vicepresidenza. La regola non scritta vorrebbe che toccasse ad un maschio bianco. Ma Kamala potrebbe anche aspettare la Convention di Chicago per annunciare questo nome. Intanto incassa il sostegno entusiasta di Gretchen Whitmer, governatrice del Michigan, che sarà la co-presidente della sua campagna elettorale e che si è allo stesso tempo tirata fuori dalla corsa alla vicepresidenza.

I commentatori già analizzano i pro e i contro della candidatura di Harris. I suoi punti di forza sono la giovane età (a questo punto il vecchio diventa Trump), l’essere donna e di colore (diritti civili e aborto) e un passato di procuratrice, che la rende in grado di mettere all’angolo l’interlocutore. Tanto più se si tratta, come nel caso del tycoon, di qualcuno già condannato in tribunale. I punti deboli sono una scarsa empatia (i repubblicani vogliono puntare sulla sua risata sguaiata), una politica disastrosa sui migranti e al confine col Messico, un’insufficiente dimestichezza coi temi economici. Comunque la pensiate, la sua campagna elettorale parte con lo sprint.

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