Kiev: "Pronti all'attacco"
Zelensky annuncia l'imminente controffensiva al Wall Street Journal: "Ci saranno molti morti". I Brics raccolgono consenso. Meloni incassa la fiducia Ue e vedrà Scholz. Doninelli-Tarquinio sul voto
Preoccupazione a Kiev ed eccitazione bellicista sui giornali per la controffensiva che Volodymyr Zelensky ha annunciato in un’intervista al quotidiano americano Wall Street Journal. Pare tutto pronto per l’attacco delle prossime ore che il generale Petraeus, ex capo della Cia, prevede “impressionante”. Gli esperti militari spiegano che la partita decisiva si giocherà nei cieli: questo spiegherebbe l’insistenza del presidente ucraino nel richiedere gli F-16 all’Occidente. I russi scavano trincee. Edward Luttwak, con l’abituale franchezza, dice a Libero che il rischio è che la guerra vada avanti ad oltranza. Perché la “vittoria” è altamente improbabile sia per l’Ucraina che per la Russia.
La diplomazia della pace è ancora in movimento, tenuta viva soprattutto dall’iniziativa della Santa Sede. I giornali occidentali tendono però a sottovalutare il summit che il primo giugno ha portato a Città del Capo i ministri degli Esteri di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, i cosiddetti Brics, che si preparano all’incontro di Johannesburg dal 22 al 24 agosto. Impressionante infatti è l’elenco degli altri Paesi coinvolti: in presenza c’erano Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Cuba, Repubblica democratica del Congo, Comores, Gabon e Kazakhistan. In collegamento hanno partecipato Egitto, Argentina, Bangladesh, Guinea- Bissau e Indonesia. Come ha notato l’accademico pontificio Stefano Zamagni, al recente incontro del MEAN a Roma, è il Sud Globale che chiede altri strumenti di convivenza e di interscambio commerciale e che reclama un mondo multilaterale e non più unilaterale. La pace non potrà che passare da un nuovo rapporto fra Occidente e Sud Globale.
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