"La fame non sia un'arma"
Le Ong fermano i rifornimenti dopo la strage. Gantz chiede elezioni a settembre. Oggi Biden-Netanyahu. Sfiducia respinta per Salvini, ora tocca alla Santanchè. Procedura Ue sui conti
I giornali italiani hanno archiviato in fretta dalle prime pagine la strage dei volontari a Gaza. Ma l’uccisione dei 7 operatori umanitari che portavano cibo è un vero punto di svolta nella crisi mediorientale. Mai come questa volta Israele ha ammesso il “grave errore” e non si sono fatte attendere le conseguenze politiche. Benny Gantz che, dopo il 7 ottobre, ha collaborato nel governo guidato dal premier Benjamin Neatnyahu, ha rotto gli indugi e ora chiede le elezioni anticipate a settembre. È una mossa importante, che arriva dopo l’ennesima imponente manifestazione di piazza contro il governo. Alla pressione interna si unisce poi l’indignazione della Casa Bianca, che non è stata nascosta. Oggi ci dovrebbe essere un colloquio telefonico fra Joe Biden e il premier israeliano.
In un bell’articolo, pubblicato dal New York Times, e in Italia da Repubblica il fondatore della Ong World Central Kitchen, lo chef spagnolo José Andrés, racconta l’impegno delle persone rimaste uccise dai razzi israeliani. E aggiunge: «Israele è molto migliore del modo in cui è condotta questa guerra. Sa che non si deve bloccare l’accesso dei civili a cibo e medicine. Sa che non si devono uccidere operatori umanitari che hanno concordato i loro spostamenti con le Israeli Defense Forces. Il governo israeliano deve aprire più vie di terra per l’ingresso di cibo e medicine, oggi. Deve smettere di uccidere civili e operatori umanitari, oggi. Deve iniziare il lungo percorso verso la pace, oggi». Francesca Mannocchi sulla Stampa spiega come da anni, e in modo scientifico, la fame sia usata come un’arma nei confronti dei palestinesi dei territori occupati e della Striscia di Gaza.
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