La fuga impossibile in Egitto
Due milioni di palestinesi accalcati al confine. Niente tregua per Gaza. Il governo vara il milleproroghe, superbonus per gli indigenti. Il figlio di Verdini ai domiciliari. Georg ricorda Ratzinger
Un’avvertenza iniziale: la Versione di Banfi nei giorni delle Feste natalizie ha una forma diversa dal solito, leggermente più agile. Saremo presenti con la stessa cadenza di uscita dei giornali quotidiani, ma con un approccio più rilassato. Alla fine di questa introduzione, della Foto del Giorno e dei titoli dei quotidiani, trovate direttamente il link degli articoli scelti in pdf. Come sempre, non tutti gli articoli riportati integralmente saranno citati, ma sono comunque quelli ritenuti i più importanti della giornata. Buona lettura e buone feste.
«Oggi, come al tempo di Erode, le trame del male, che si oppongono alla luce divina, si muovono nell’ombra dell’ipocrisia e del nascondimento: quante stragi armate avvengono in un silenzio assordante, all’insaputa di tanti!». Ieri la Chiesa ricordava i Santi Innocenti e così papa Francesco ha scritto questo post su X, ricordando i tanti bambini di oggi vittime di guerra. La fuga in Egitto, secondo la tradizione, avvenne proprio in quella che oggi è chiamata West Bank o Striscia di Gaza. Oggi su Repubblica, nel consueto diario da Gaza, Sami Al-Ajrami parla dei nuovi morti – almeno cinquanta - e dei nuovi feriti. E anche dei «nuovi profughi che si sono spinti fin qui, nell’estrema punta meridionale della Striscia sebbene ormai non ci sia più posto, schiacciati come siamo gli uni sugli altri. Un fiume umano che l’esercito di Israele alimenta continuando ad attaccare edifici civili nel centro della Striscia». Francesca Mannocchi sulla Stampa racconta dei quasi due milioni di palestinesi, che sono intrappolati nella Striscia. I raid battenti dello Stato ebraico spingono la popolazione a scappare da una città all'altra ma ormai non esistono posti sicuri. L’esercito israeliano si è scusato ufficialmente per la strage della vigilia di Natale nel campo profughi di al-Maghazi dove sono morte almeno 86 persone. L’uso di munizioni «non corrette» avrebbe provocato «estesi danni collaterali» a «individui non coinvolti», cioè a civili.
Il governo egiziano ha presentato una proposta per la fine del conflitto tra Israele e Hamas, basata su tre fasi che si concluderanno con il cessate il fuoco. Diventa cruciale capire quando e come l’Egitto aprirà il confine di Rafah. Intanto il governo di Gerusalemme ha avvertito che sta per scadere il tempo necessario per una possibile soluzione diplomatica sulla presenza dei miliziani Hezbollah al confine con il Libano. Il ministro israeliano Benjamin Gantz ha parlato di rimozione degli islamisti da quei territori in caso di proseguimento degli attacchi sul nord di Israele. Sullo sfondo c’è la tensione con l’Iran.
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