La guerra di Salem
Ha 7 anni e 81 schegge in corpo, ieri è uscito dalla Striscia. Ondata di antisemitismo a Roma e Vienna. Papa Francesco è preoccupato. Odio anche islamofobo. Meloni vittima di due comici russi
Versione ridotta della Versione anche oggi fino a domenica prossima, con il link finale ai pdf degli articoli.
La buona notizia è che i primi sono usciti dal valico di Rafah. Palestinesi con il passaporto straniero (fra cui 4 italiani) e diversi feriti. Ma i racconti sono angoscianti. La tv Al Jazeera ha raccontato la storia di Salem Samour, 7 anni: ha 81 schegge di bomba in corpo. Ieri un’abbonata alla Versione mi ha scritto sostenendo che quello colpito da 6 bombe a Gaza “non era un campo profughi ma il campo di addestramento delle elites di Hamas”. Per Israele, come riportato nell’articolo di cronaca, l’attacco è infatti servito a uccidere Ibrahim Biari, comandante di un battaglione di Hamas e tra i responsabili del massacro del 7 ottobre. Ma quello resta un campo profughi e l’effetto collaterale dell’uccisione del capo di Hamas sono molte vittime, fra cui bambini. Meglio non vedere, non sapere e dire che lì i profughi non ci sono. Secondo l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani “il raid a Jabaylia potrebbe costituire crimine di guerra”, perché si tratterebbe di “attacchi sproporzionati”.
La logica della guerra non prevede di vedere il nemico in faccia, di ragionare sul fatto che stai uccidendo un uomo come te. Quindi nega l’evidenza, fa diventare tutto simbolico. Astrae dalla realtà. Anche il terrorismo è così: le Br uccidevano il sistema di potere della Dc non la persona di Aldo Moro. I carnefici di Hamas hanno sgozzato quei bambini in quanto odiati nemici ebrei. Se li avessero guardati come tali non ce l’avrebbero fatta a massacrarli. Emilio Lussu, prima grande interventista e poi grande pacifista italiano, ebbe un ravvedimento quando guardò in faccia il coetaneo austriaco che stava per uccidere nella trincea a lui opposta. Quelle pagine di Un anno sull’altipiano sono una grande testimonianza contro l’odio e la guerra.
Ora l’esercito di Gerusalemme si prepara ad entrare a Gaza city. Che cosa accadrà nelle prossime ore è preoccupante: ci sarà battaglia con i terroristi nascosti fra le macerie dei bombardamenti. Non ci sono certezze sulle conseguenze per i civili, che stanno già patendo una crisi umanitaria senza precedenti. Intanto il Corriere della Sera oggi anticipa un’ipotesi sull’esito finale: un piano Usa prevede un controllo internazionale della Striscia. Per arrivarci la diplomazia dovrebbe aprire canali finora rimasti chiusi. O quasi.
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