La guerra "è una pazzia"
In un'intervista controversa papa Francesco chiede negoziato e pace per Ucraina e Gaza. Oggi si vota in Abruzzo. Carlo Nordio vuole l'inchiesta sui dossier, Fi no. Stasera la notte degli Oscar
Le parole di Papa Francesco in un’intervista alla Radio Tv della Svizzera italiana hanno sottolineato nuovamente la necessità della pace e del negoziato. Ci vuole coraggio a volere la pace e il pontefice è tornato a chiedere fortemente la trattativa perché la guerra “è una pazzia”. Parlando sia dell’invasione russa dell’Ucraina che della crisi in Medio Oriente. La Sala Stampa ha dovuto precisare il senso di alcune espressioni sulla “bandiera bianca” da alzare, che potevano creare equivoci e incomprensioni soprattutto fra gli ucraini. Dalle Sacre Stanze si fa notare che l’espressione sulla “bandiera bianca” in realtà era più dell’intervistatore che dell’intervistato (qui nella Versione trovate la trascrizione) e che in un altro punto del colloquio il Papa dice espressamente, riferendosi a ogni situazione di guerra: “Il negoziato non è mai una resa”. La diplomazia internazionale è sempre terreno delicato, che non ama i discorsi a braccio e tante volte a ruota libera delle interviste radio e tv. Anna Zafesova sulla Stampa fa notare, ad esempio, che può apparire paradossale chiedere un sacrificio “al martoriato popolo ucraino” (per usare un’espressione cara al Papa) e nulla all’invasore russo. Resta che, in un momento di euforia bellicista e di riarmo globale, la voce del Papa per la pace è incessante e per così dire necessaria. Anche se spesso desta polemiche. Non solo quando parla di Ucraina, ma anche di Medio Oriente.
A proposito di Gaza. Ieri pomeriggio a Roma sono scese 30mila persone in piazza per chiedere il cessate il fuoco per Gaza, senza incidenti, né proteste fuori dalle righe. Brutto invece l’episodio della Sapienza, dove il giornalista David Parenzo è stato oggetto di violenze e di censura. I palestinesi di Gaza, che soffrono di fame e di mancanza di soccorso sanitario, sono delusi dalle promesse americane sul porto da allestire per portare aiuti. Ci vorranno almeno due mesi per costruirlo, mentre il Ramadan inizia oggi senza che sia intervenuta la sperata tregua.
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