La Versione di Banfi

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La rivolta spagnola

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Re e premier contestati duramente a Valencia dalla popolazione colpita dall'alluvione di martedì. Si vota in Usa: tensione e stanchezza. Tajani: "Manovra migliorabile". Festa delle armi. Eliot attuale

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Alessandro Banfi
nov 04, 2024
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La rivolta spagnola
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La rivolta popolare contro il re e la regina, il premier e il governatore, ieri vicino a Valencia, nell’epicentro del disastro ambientale di martedì scorso danno l’idea dello choc nazionale che ha colpito la Spagna. La rabbia è montata insieme alla terribile conta dei danni e delle vittime. Così dalla folla è partito il grido di “assassini” e sono stati lanciati fango e oggetti contro i vertici della nazione, in visita solidale sul luogo del disastro di martedì. Il premier Pedro Sanchez è stato colpito da una bastonata, la sua auto distrutta, mentre una donna si è rivolta a Letizia Ortiz dicendo: “Non è per voi, signora”. È stata una manifestazione di rabbia, forse alimentata da frange estremiste. Ma resta l’impressione generale di un establishment che prova a sporcarsi di fango in senso letterale, decidendo di metterci la faccia e di un popolo che risponde risentito e violento. Sarebbe fin troppo facile dire che è una protesta populista sull’onda di un sentimento contro i vertici, che è diffuso in tutto il mondo. La rivolta spagnola interroga tutti e pone ancora una volta una domanda sulla salute delle nostre democrazie occidentali, minate profondamente dalla mancata stima dei popoli. La “democrazia manichea”, allevata dai social, ha colpito ancora.

Per una coincidenza la rivolta spagnola avviene proprio alla vigilia delle elezioni negli Stati Uniti. Gli elettori americani appaiono stanchi, divisi e impauriti dal possibile esito. Ian Bremmer, politologo vicino ai democratici, fa oggi su Repubblica previsioni apocalittiche. Donald Trump si preparerebbe comunque a scatenare nuovi disordini nel caso in cui non ottenga la maggioranza dei voti. Mentre i sondaggi darebbero un lieve vantaggio a Kamala Harris. Fra gli altri articoli proposti alla fine della Versione trovate anche il reportage di Aldo Cazzullo sul Corriere e il commento di Maurizio Molinari per Repubblica sul voto di filo-arabi e filo-israeliani.

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