La Ue e l'Italia entrano in guerra?
Dimenticando la loro origine pacifica Roma e Bruxelles decidono di spedire armi ai resistenti ucraini. E non partecipano alle trattative, quasi fallite sotto le bombe. Il Papa cita la Costituzione
Giornali cupi stamattina. La trattativa al tavolo fra delegati russi e ucraini è cominciata a Gomel, in Bielorussia, per negoziare un cessate-il-fuoco. Putin chiede il riconoscimento della sovranità di Mosca sulla Crimea, Ucraina smilitarizzata e neutrale e pace nel Donbass. Zelensky chiede l’immediata adesione all’Ue, il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe. Secondo il capo delegazione russo Medinsky ci sono dei «punti su cui è possibile trovare terreno comune».
Ma i bombardamenti russi sulle città aumentano. Si tratta, ma con la pistola sul tavolo. Si prova a dialogare e intanto ci si uccide. E l’appuntamento del prossimo round di colloqui è fra 48 ore: un tempo che appare lunghissimo. Alla trattativa non partecipano né la Ue né l’Onu, per non parlare della Nato. Mentre angosciano le notizie sull’uso delle bombe russe a grappolo sulle città ucraine. Sarebbero già 500 mila i profughi, secondo il racconto degli inviati ai confini con la Polonia, e sono strazianti le storie delle vittime a Kiev, a Kharkiv e a Mariupol.
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