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Le bombe e la croce

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L'esercito israeliano bombarda la parrocchia di Gaza: 3 morti e 9 feriti. "Errore di tiro" per Netanyahu. Il Papa, i cristiani e la strage di massa dei palestinesi. Merz-Starmer per la bomba atomica

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Alessandro Banfi
lug 18, 2025
∙ A pagamento
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Restare. Sotto le bombe. Con un carrarmato che tira un colpo diretto alla chiesa della Sacra Famiglia. I pochi cristiani di Gaza non se ne sono andati il 7 ottobre. Ed è la seconda volta che gli israeliani uccidono, volendo uccidere, i cattolici nella Striscia. Ieri è successo di nuovo: i soldati di Benjamin Netanyahu hanno fatto altre tre vittime, due donne e il portiere. Era già successo mesi fa, quando un cecchino dell’esercito di Tel Aviv aveva deliberatamente ammazzato un’anziana donna che era all’interno della Parrocchia. Oggi il cardinal Pierbattista Pizzaballa ripete: non ce ne andiamo. Papa Francesco, negli ultimi mesi di vita, chiamava quasi tutti i giorni il parroco don Gabriel Romanelli, ieri rimasto ferito ad una gamba. Ieri Leone XIV ha fatto sentire subito la sua voce. La logica non è: accidenti, hanno colpito i nostri, i cristiani (ogni riferimento alla reazione di Giorgia Meloni è voluto). La logica di Pizzaballa e Romanelli è quella dei 19 martiri d’Algeria (ai quali sarà dedicata una mostra al prossimo Meeting di Rimini): restiamo qui, coi fratelli che muoiono e che soffrono, insieme alle suore di Madre Teresa. I tre cristiani uccisi sotto la croce, colpita scientificamente dall’esercito di Netanyahu, inseguito da un mandato di cattura della Corte penale dell’Aia per crimini di guerra, sono una piccolissima parte dei palestinesi sterminati in questi due anni: 58 mila forse 60 mila persone, fra cui donne e bambini. Condividere il dolore di un popolo, donare la vita per gli altri: questa è la missione apparentemente folle dei cristiani di Gaza, in mezzo ad un popolo che si vuole cancellare dalla faccia della terra. In mezzo alla pulizia etnica dei palestinesi, come trent’anni fa in mezzo alle uccisioni dei 150 mila algerini, ci sono i cristiani, con la loro testimonianza. Col loro martirio.

Certo, non sfuggirà che l’“errore di tiro” (testuale giustificazione israeliana) piovuto sulla chiesa cattolica della Striscia sia arrivato poche ore dopo la coraggiosa visita del cardinal Pizzaballa, Patriarca dei latini di Gerusalemme, e del Patriarca ortodosso Teophilus III all’antica comunità cristiana in Cisgiordania di Taybeh, duramente colpita dai coloni nelle ultime settimane. Gaza e Cisgiordania sono spesso ormai dimenticate, il mondo gira la faccia dall’altra parte. Al governo Netanyahu che bombarda ogni giorno un Paese diverso tutti si relazionano con deferenza e sottomissione. Una battuta di un noto comico americano (di orientamento trumpiano) spiega molto quando dice: “Netanyahu è il peggior presidente degli Stati Uniti del XXI secolo”.

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