Le fosse comuni di Gaza
Emergono centinaia di cadaveri. Bimba nasce dalla madre morente a Rafah. Il capo degli 007 israeliani si dimette. In Basilicata stravince il centro destra. Chiorazzo all'11 per cento. Crollo 5 Stelle
Nuove fosse comuni a Gaza. Dal sottosuolo, dopo la ritirata dell’esercito israeliano, riemergono centinaia di cadaveri nel terreno fuori dall’ospedale Nasser. I familiari degli scomparsi cercano i propri cari, sperando di riconoscerli e seppellirli. Altri 300 sono stati ritrovati a Khan Younis. Un episodio tragico ma insieme di speranza è stata la nascita di una bambina (vedi Foto del Giorno). I medici l’hanno estratta dal ventre della mamma morente colpita dall’attacco aereo israeliano che ha raso al suolo la casa, uccidendone la famiglia. Con la donna sono infatti morti il marito e l’altra figlioletta di tre anni (ieri avevamo titolato sulla strage di bimbi a Rafah). Questa piccola è viva ed è stata fatta nascere tramite cesareo nell’ospedale kuwaitiano di Rafah.
Intanto i vertici di Tel Aviv sono nella bufera perché Aharon Haliva, il capo dell’intelligence militare, si è dimesso dopo il fallimento del 7 ottobre. Haliva è l’esponente israeliano più importante ad assumersi la responsabilità di non aver creduto alle tante segnalazioni giunte agli 007 su quello che Hamas stava per compiere. Anche in questo modo Benjamin Netanyahu tenta ora di allontanare da sé la responsabilità di quanto accaduto. Fra l’altro “Bibi” conferma che i piani per l’invasione di Rafah sono pronti e che l’attacco sarebbe imminente. Intanto il rapporto della commissione speciale guidata dall’ex ministra francese degli Esteri Catherine Colonna ha scagionato l’UNRWA dalle accuse di collusione con i terroristi. Quantomeno ha accertato che Israele non ha portato prove sufficienti per giustificare le sue accuse.
Veniamo all’Italia. Netta affermazione del centro destra in Basilicata. Il centro sinistra aveva già perso da un pezzo: da quando ha rinunciato a seguire la società civile e da Roma Giuseppe Conte ha messo il veto alla candidatura di Angelo Chiorazzo (la sua lista “Basilicata bene comune” è arrivata comunque all’11 per cento). Chiorazzo aveva la colpa di essere un cattolico impegnato nel terzo settore. Quella bocciatura ha provocato l’esodo di un pezzo di centro (Pittella localmente con il 7% di Azione, Renzi a livello nazionale) che ha quindi sostenuto Vito Bardi. Ulteriore certificazione che l’alternativa egemonizzata dalla coppia Schlein-Conte resterà minoranza per anni, formata com’è da un Pd partito radicale di massa, con pericolose fughe populiste, alleato col partito del parassitismo statalista dei bonus e dei redditi di cittadinanza. A proposito, Elly Schlein ha detto ieri che non presenterà il suo nome nel simbolo del partito alle Europee. Ma il solo averlo proposto è un problema politico gigantesco.
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