L’Europa è pronta alla guerra?
Summit bellico dei 27, che studiano come aiutare l'Ucraina. Alla Camera Meloni ricuce con Salvini e si scontra con Conte e Schlein. Bari, Comune sciolto per mafia? Delpini difende il Ramadan a scuola
È un Consiglio Europeo di guerra quello che si apre oggi e prosegue domani. Sul tavolo dei 27 ci sono le decisioni da prendere sull’invasione russa in Ucraina. La richiesta di Emmanuel Macron di entrare direttamente in guerra con le truppe sul terreno non è ufficialmente all’ordine del giorno ma di fatto fa da sfondo a tutte le discussioni dei leader europei. Insieme alle rinnovate minacce di allargamento del conflitto, contenute nella risposta a Parigi di Vladimir Putin. Nella bozza preparatoria del summit, come spiega Marco Bresolin sulla Stampa, c’è “la necessità imperativa di una preparazione militare e civile rafforzata e coordinata e di una gestione strategica delle crisi nel contesto dell'evoluzione del panorama delle minacce”. In sostanza ci si chiede: l’Europa è pronto alla guerra? È preparata? O si farà trovare, come per la pandemia, priva di un piano di reazione? Ovvio però che si tratta anche di decisioni che riguardano anche l’aspetto economico-finanziario: bisogna aiutare l’Ucraina, mandando armi e risorse. Molti Paesi resistono all’ipotesi degli eurobond dedicati. Mentre il capo della diplomazia Ue Josep Borrell vorrebbe usare i soldi confiscati della Banca Centrale russa, ipotesi finora avversata dalla Germania e soprattutto dalla BCE.
Si tratta di decisioni che potrebbero avere conseguenze tragiche. L’Europa non è mai riuscita ad essere autonoma nella forza militare (e quindi politico-strategica), come avrebbero voluto i padri fondatori, a cominciare da Alcide De Gasperi, che dovette piegarsi all’Alleanza atlantica. La storia ci riporta su questa ferita, sempre aperta. Papa Francesco insiste con grande determinazione sul negoziato e sulla pace, lo ha fatto anche ieri, parlando della virtù della pazienza: «Il troppo zelo», ha detto, «in qualche situazione può combinare disastri: può rovinare una costruzione che avrebbe richiesto gradualità; può generare conflitti e incomprensioni; può addirittura scatenare la violenza».
A Montecitorio Giorgia Meloni ha illustrato la strategia italiana in Europa, cercando di chiudere le polemiche sulla posizione della Lega e ribadendo che sul sostengo all’Ucraina contano gli atti del governo e i voti della maggioranza. C’è stato un abbraccio plateale con Matteo Salvini (vedi Foto del Giorno), il quale però non è rimasto in Aula ad ascoltare il discorso della premier. E c’è stato anche un battibecco-show con le opposizioni, perché alla Camera siedono Elly Schlein e Giuseppe Conte, che hanno voluto intervenire.
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