L'Europa rinnega il sogno di pace
Guterres (Onu), il Papa e anche Zelensky chiedono all'Europa di non dimenticare la causa della pace. Meloni e Schlein con l'elmetto. Oggi preghiera per Cutro. Scontro sul carcere per le borseggiatrici
Ci è voluto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, ieri a Bruxelles, per mettere l’Europa di fronte all’evidenza, quando ha detto ai leader del nostro continente: siete sicuri di voler isolare la Cina e la sua proposta di pace? Ci è voluto Volodymyr Zelensky per sottolineare che vale la pena capire meglio le intenzioni di Pechino. Stamattina perfino il Corriere della Sera, non certo sospettabile di tentazioni pacifiste, propone un editoriale in cui pone una domanda che a Bruxelles non si sono per ora fatti: “La sponda cinese può tornare utile alla causa della pace o è solo una facciata di cartone?”. Per una coincidenza, proprio ieri Papa Francesco ha ricevuto i Vescovi europei e ha ricordato loro che l’Europa si è sempre distinta per i due grandi “sogni” dei padri fondatori: “il sogno dell’unità e il sogno della pace”.
L’Europa di Ursula Von der Leyen appare invece oggi politicamente addormentata, in un sonno senza sogni. Meno attenta al possibile negoziato dei generali del Pentagono Usa. Sovrapposta, soffocata dall’alleanza militare: il segretario della Nato Jens Stoltenberg (ieri nei panni del leader della sinistra europea, vedi articolo di Wanda Marra sul Fatto) si pronuncia più spesso di un Macron o di uno Scholz. Le due leader italiane del governo e dell’opposizione, Giorgia Meloni ed Elly Schlein, sono accomunate da una radicale scelta atlantista e, come nota oggi Gad Lerner sul Fatto per la nostra premier, anche da una buona dose di sentimento anti-cinese. Nel dibattito italiano, poi, manca del tutto una discussione sull’invio di armi all’uranio impoverito all’esercito di Kiev, annunciato con gran clamore da una Gran Bretagna uscita sì dall’Europa, ma alleato ingombrante nell’alleanza atlantica.
Davvero l’Europa condivide l’invio di queste armi? Domenico Leggiero dell’Osservatorio militare ha scritto ieri una lettera aperta a Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, in cui lancia un appello e scrive: “L’Europa ha una storia di conflitti interni recenti che hanno inquinato gran parte del territorio e causato migliaia di morti, non può consentire altri crimini del genere. Se è vero che la risoluzione del 01/11/2007 con cui l’ONU mette al bando le armi all’uranio impoverito non è stata votata da Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti, è anche vero che 122 Paesi del mondo, compreso l’Italia, l’hanno votata ed approvata. Se una risoluzione non obbliga nessuno mette in discussione l’etica di uno Stato, nel nostro caso, di un Continente”. E noi aggiungiamo una domanda: l’Italia di Meloni e di Schlein terrebbe oggi la stessa posizione all’Onu del 2007?
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