La Versione di Banfi

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L'underdog non piace in Europa

alessandrobanfi.substack.com

L'underdog non piace in Europa

Giorgia Meloni protesta contro Parigi, ma così aumenta l'isolamento dell'Italia. Zelensky star a Bruxelles, Ue con l'elmetto. 20mila le vittime in Siria e Turchia. La Giornata del Ricordo per le foibe

Alessandro Banfi
Feb 10
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L'underdog non piace in Europa

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Doveva essere l’appuntamento cruciale per uscire dalla crisi oggettiva che l’Europa sta vivendo da un anno, dall’invasione russa dell’Ucraina. E invece il Consiglio d’Europa, che si conclude stasera a Bruxelles, rischia di essere solo l’ennesima manifestazione di solidarietà e vicinanza a Kiev, con una super passerella di Volodymyr Zelensky. Che peraltro, all’inizio del suo viaggio in Europa, aveva voluto quasi mettere in secondo piano la UE con quella visita a Londra a Downing Street, al Parlamento di Westminster e anche alla corte del Re Carlo III. Macron e Scholz , con la cena all’Eliseo, avevano ricucito all’ultimo. Ma la nostra premier, Giorgia Meloni, si è sentita esclusa da quella cena e si è offesa. E ieri mattina ha manifestato tutto il suo risentimento contro Parigi. In diplomazia, in politica estera, lamentarsi pubblicamente non è proprio la scelta migliore: così la giornata è passata nel progressivo isolamento dell’Italia. Persino l’annunciato incontro bilaterale Meloni-Zelensky è saltato all’ultimo e c’è stato solo un faccia a faccia durato, secondo Palazzo Chigi, circa 15 minuti. La retorica dell’underdog, o sindrome Calimero com’è stata brillantemente chiamata da Flavia Perina, è rimasta fuori dalla porta, almeno a Bruxelles. Sulla sostanza delle scelte politiche, poi, l’Italia rischia di subire una sconfitta sui temi cruciali degli aiuti all’industria (e del nuovo patto di stabilità) e del contrasto all’immigrazione. Sta infatti delineandosi una vittoria dei tedeschi su entrambi gli argomenti. Speriamo che le conclusioni di stasera del Consiglio smentiscano le previsioni ma c’è da dubitarne.

Tuttavia l’Italia avrebbe il diritto di porre con forza delle domande ad un’Europa che rischia ciecamente di far pagare ai Paesi più poveri il prezzo di una guerra subita. Dopo i carri armati, il nostro continente ha già promesso i caccia, ma accanto alla giusta solidarietà con la difesa ucraina, non c’è alcuna iniziativa diplomatica per la pace da parte della Ue. Resta il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ad avvertire il mondo che si corre verso l’autodistruzione. Ma in questo modo l’Europa non rinnega forse se stessa, come sostiene oggi l’editoriale di Avvenire?

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