La Versione di Banfi

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Mancato soccorso, mancato silenzio

alessandrobanfi.substack.com

Mancato soccorso, mancato silenzio

Per la strage di migranti in Calabria pesanti dubbi sull'assenza di soccorso. Poi arrivano le accuse assurde di Piantedosi. Elly Schlein inizia l'avventura. Zelensky rimuove il generale del Donbass

Alessandro Banfi
Feb 28
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Mancato soccorso, mancato silenzio

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L’ultima strage di migranti sulle nostre coste ci ha fatto vivere ieri una giornata particolarmente drammatica. Segnata da due inquietanti fatti oggettivi: il moltiplicarsi di testimonianze e ricostruzioni sul naufragio dell’imbarcazione che ha causato un centinaio di morti, con i pesanti interrogativi sul mancato soccorso della nostra guardia costiera. E le parole che il ministro Matteo Piantedosi ha pronunciato accusando esplicitamente i migranti per aver intrapreso il loro viaggio: “La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli”, ha detto il titolare degli Interni. Al terribile mancato soccorso di una struttura di sorveglianza delle coste che vedono i migranti come invasori minacciosi della nostra sicurezza e non come persone che rischiano la vita, come bambini, donne e uomini che cercano la salvezza e una vita migliore, si è aggiunto ieri il mancato silenzio di un Ministro della Repubblica che quegli stessi migranti ha giudicato come i veri responsabili, mettendoli sul banco degli imputati. È colpa loro! Davvero la pensano così anche gli altri Ministri e soprattutto la premier Giorgia Meloni? Qui siamo oltre il semplice egoismo del leghista che li vuole “aiutare a casa loro”, qui c’è l’accusa di aver intrapreso un viaggio inutilmente rischioso. La strage colposa è dei genitori che hanno ucciso i propri figli, mettendoli a rischio.

E invece la domanda vera che nessuno ha fatto, almeno per ora, a Giorgia Meloni è: se l’imbarcazione in pericolo era segnalata dalle 22 di sabato sera di fronte alle nostre coste, perché nessuno è andato in soccorso? Che cosa esattamente ha impedito di mettere in salvo quelle 100 persone che adesso lo Stato italiano ha tutte, una per una, sulla coscienza? È vero, lo abbiamo capito dal ministro Piantedosi: i migranti non sono donne e uomini come noi. Non hanno di fatto diritto alla salvezza, devono subire le conseguenze della loro avventatezza. Questo naufragio gli servirà sicuramente da lezione e dopo le parole del nostro Ministro, alla conferenza stampa di ieri, non partiranno più in cerca di un destino migliore. Li avrà certamente convinti. Nei pdf includiamo comunque l’autodifesa d’ufficio del titolare del Viminale con Fiorenza Sarzanini del Corriere. Non sarebbe stato meglio scegliere il silenzio?        

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