Manovra, aiuto dalle banche
3,5 miliardi da istituti e assicurazioni per far quadrare il bilancio, varato ieri sera. Basterà a Bruxelles? Meloni difende il modello Albania. Venerdì va in Libano. Indagato collaboratore di Musk
Dopo una intensa giornata di confronto con Camera e Senato, in vista del Consiglio europeo di domani, Giorgia Meloni ha varato ieri sera al Consiglio dei ministri la nuova legge di bilancio, il decreto fiscale che anticipa a quest’anno una parte della spesa prevista nel 2025, e il Documento Programmatico, già inviato a Bruxelles. La manovra vuole sostenere i redditi medio bassi, le famiglie numerose, il rifinanziamento della sanità e dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego. Gli effetti del taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni vengono confermati e resi strutturali. Per far quadrare i conti ci sono i tagli alla spesa dei ministeri e i «contributi rilevanti» che saranno forniti dalle banche e dalle imprese assicurative. Su Repubblica l’economista Giampaolo Galli dell’Università Cattolica (Osservatorio conti pubblici) commenta: «Riforme e investimenti sono troppo fumosi e generici. Ci si aspettava un cronoprogramma un po’ come nel Pnrr. Non c’è nulla». Vedremo su questo punto la reazione di Bruxelles, che si aspetta in effetti impegni seri sulle riforme strutturali del nostro Paese.
Dicevamo del confronto tra Meloni e le opposizioni ieri in Aula. Uno dei temi è stata la nuova “deportazione” (copyright Schlein) dei migranti. Oggi i primi 16 sbarcati, a Lampedusa nei giorni scorsi, arrivano nei nuovi centri in Albania. La premier ha difeso la scelta, ricordando il sostegno di Ursula von der Leyen e il “modello” che interessa agli altri Paesi europei. Poi Meloni sì è lanciata anche in un pesante affondo contro Sea Watch: «Considero vergognoso che questa Ong definisca le guardie costiere “i veri trafficanti di uomini”, volendo delegittimare tutte quelle degli Stati del Nord Africa, e magari anche quella italiana, in modo da dare via libera agli scafisti che loro descrivono invece come innocenti. Sono dichiarazioni che gettano la maschera sul ruolo di alcune Ong e sulle responsabilità di chi le finanzia». Commenta Avvenire oggi: «Parole che pesano come macigni soprattutto alla vigilia della memoria difensiva di Matteo Salvini al processo di Palermo per il caso Open Arms».
Ma davvero l’Europa apprezza l’Italia sulla “deportazione”? Molti Paesi non l’hanno nascosto, anche se il “vento di destra” anti-migranti spinge la maggioranza più per una riforma che preveda i cosiddetti “return hubs”, e cioè centri di rimpatrio in Paesi terzi. È diverso da quello che fa l’Italia con l’Albania (nello Stato balcanico vengono accolti migranti salvati in mare, gestiti e valutati da autorità italiane “in trasferta”). I “return hubs” sarebbero invece posizionati in Paesi diversi da quelli di origine, in cui rispedire i migranti la cui richiesta di asilo in Europa venga respinta. Si tratta comunque sempre di una “esternalizzazione” della questione.
Giorgia Meloni in Aula ha parlato anche molto di Medio Oriente. Ha annunciato che andrà in visita in Libano, forse già venerdì, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani si recherà in Israele e Palestina la settimana prossima. Tornando sulla richiesta di «sicurezza per i nostri soldati», ha sottolineato l’atteggiamento dell’esercito israeliano «del tutto ingiustificato». E ancora ha detto: «Difendiamo il diritto di Israele a vivere in pace e in sicurezza, ma ribadiamo la necessità che questo avvenga nel rispetto del diritto internazionale umanitario. Non siamo insensibili di fronte all’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza». L’Italia non fornirà armi a Israele.
A proposito, il sito Axios ha reso nota una lettera datata 3 giorni fa (vedi Foto del Giorno) in cui l’Amministrazione Biden chiede ai ministri israeliani di riaprire i rubinetti degli aiuti umanitari a Gaza. Se non lo farà, ci sarà uno stop alle dotazioni militari americane. Il passo ufficiale statunitense rivela la grande preoccupazione di Washington: l’imminente rappresaglia sull’Iran può infatti condizionare, come scrive Viviana Mazza sul Corriere, il voto del 5 novembre. Sul Sole 24 Ore in un’intervista di Valentina Furlanetto parla Dan Eliav, riservista dell’esercito, che ha firmato la lettera dei soldati israeliani in cui si chiede di non combattere più a Gaza e in Libano. Dice: “Non siamo più disposti a uccidere e a morire per scopi diversi dalla sicurezza di Israele e dal rilascio degli ostaggi. In questo momento i soldati e combattenti israeliani perseguono degli obiettivi che non sono più di sicurezza o di difesa del Paese, ma obiettivi politici”.
Veniamo alle altre vicende italiane. In una clamorosa inchiesta giudiziaria è stato svelato un sistema per «truccare» gli appalti digitali più importanti assegnati dal colosso elettronico Sogei, ma anche dai ministeri di Interno, Esteri e Difesa. Il direttore generale della Sogei, Paolino Iorio, e un imprenditore della Italware e Itd solution, Simone Rossi, sono stati arrestati per appalti e tangenti. Sono anche accusati di aver favorito il business di SpaceX Italia, la società del multimiliardario statunitense amico del centrodestra Elon Musk che, attraverso il suo analista di fiducia, Andrea Stroppa, avrebbe ricevuto documenti riservati della Farnesina. Carte riguardanti l’utilizzo del sistema Starlink — dello stesso gruppo americano — che il ministero assicura essere «interni ma non classificati». Stroppa è indagato.
Flavio Briatore, scrive oggi il Giornale, ha deciso di vendere il Twiga, lo stabilimento balneare di lusso che possiede a Forte dei Marmi. Fra i possibili acquirenti, il gruppo Del Vecchio. È la “fine di un’epoca”, commenta il foglio di Sallusti. A proposito di affari, l’italiana Leonardo costruirà carri armati con la tedesca Rheinmetall, lo ha annunciato ieri l’Ad Roberto Cingolani. La joint venture entra così, scrive Repubblica, in “uno dei mercati più importanti creati dal ritorno della guerra in Europa: quello dei carri armati e soprattutto quello dei veicoli cingolati da combattimento, chiamati IFV, che si sono particolarmente imposti sui campi di battaglia ucraini”. L’accordo tra due colossi vuole porre le basi per quel sistema europeo della Difesa, di cui ha parlato Mario Draghi nel suo studio per la Commissione Ue.
La Versione si conclude con il testo del bell’intervento del fisico Carlo Rovelli al Salone del Libro di Francoforte, in cui l’Italia è ospite, pubblicato dal Corriere della Sera. Ha detto fra l’altro: “Chiedo troppo, se chiedo a tutti noi, del mestiere dei libri, di impegnarci a usare l’intelligenza per vedere che abbiamo bisogno, per il nostro comune bene, di riconoscere che l’umanità è un’unica tribù? Che dobbiamo accettare le nostre differenze, smettere di demonizzarci a vicenda, e piuttosto imparare l’uno dall’altro, costruendo insieme una comunità globale condivisa, per questo piccolo pianeta errante e rotante che è la nostra preziosa casa, la Terra? Per favore, scrivete libri che ci insegnino a fermare la follia del presente”.
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LA FOTO DEL GIORNO
L’immagine di oggi è la prima pagina della lettera che l’amministrazione Biden ha inviato lunedì ai leader israeliani chiedendo a Israele di prendere provvedimenti entro 30 giorni per migliorare le terribili condizioni umanitarie a Gaza. Per non rischiare di compromettere la fornitura di armi statunitensi a Israele. Copia della lettera è stata pubblicata dal sito Axios, l’articolo è qui.
Fonte: Barak Ravid per Axios @BarakRavid
Vediamo i titoli sui giornali di oggi.
LE PRIME PAGINE
Approvata ieri sera dal CdM, la legge di Bilancio campeggia sulle prime pagine. Il Corriere della Sera sintetizza: Manovra, intesa sulle banche. Più violenta La Repubblica: Sì alla tassa sulle banche. La Stampa la mette in positivo: Manovra, dalle banche 3,5 miliardi. Il Sole 24 Ore fa l’indice: Casa, Fisco, lavoro: la manovra 2025. Il Messaggero annuncia: Manovra, c’è il bonus bebè. Il Domani critica: Manovra, un patto tra Meloni e banche. Un “contributo” per la propaganda. Il Giornale: Manovra, ecco a chi vanno i soldi. E il Quotidiano Nazionale specifica: Manovra al via, più detrazioni a chi ha figli. Per Libero la buona notizia è questa: Meno tasse, pagano le banche. Il Fatto resta sul giustizialismo: Fuori dall’Antimafia Scarpinato e De Raho. Così come La Verità sul No Vax: Conte & c. vogliono l’immunità. Dei migranti in Albania si occupano il Manifesto col titolo ironico: Italian style. E Avvenire che stigmatizza l’ennesimo blocco delle Ong: Italia in attesa.
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