Mediano il Papa e Draghi
Tornano in alto mare tregua e accordi per la pace. Usa e Gb vogliono sconfiggere i russi e pensano ad un maggior coinvolgimento. Mosca bombarda e non si ritira. Francesco e il premier in campo
Per un problema della rete digitale dei giornali, è impossibile per ora fornirvi i pdf dei principali articoli di oggi. La Versione vi offrirà un secondo invio nelle prossime ore, appena la criticità sarà risolta. Ci scusiamo per l’inconveniente.
Solo ventiquattro ore dopo le speranze di una tregua, accese dai negoziati ad Istanbul, pare che nessuno voglia la pace. Usa e Gran Bretagna dicono che gli ucraini “devono finire il loro lavoro”, mentre l’esercito russo torna a bombardare ed ad attaccare senza risparmiare le zone in cui era stato annunciato un ritiro. Le ragioni della guerra tornano in modo prepotente. Secondo gli analisti militari, la mossa di Mosca è quella dell’arrocco: consolidare le proprie posizioni sul territorio, importanti in vista di negoziati, necessarie se in caso di una lunga guerra di posizione. Le speranze sono appese alle mediazioni. Quella di Mario Draghi che ieri ha parlato al telefono per quasi un’ora con Vladimir Putin. E quella, a sorpresa, di Papa Francesco che ha aperto un canale parallelo a quello diplomatico con il Patriarca di Mosca Kirill. Ieri nell’udienza del mercoledì, il Pontefice ha rilanciato l’appello per fermare la guerra “crudeltà mostruosa e selvaggia”.
Se volete continuare a leggere, potete iscrivervi subito e SE NON SIETE GIÀ ABBONATI, cliccate su questo pulsante verde: