Meloni "ce la farà"?

Salvini e Berlusconi alleati per condizionare la premier in pectore. Bonomi avverte: scordatevi flat tax e pensioni. Il 20 a Bruxelles andrà Draghi. Gli ucraini sfondano a sud. Mattarella ad Assisi

Confidiamo in quello che Mario Draghi disse al Meeting di Rimini: “L’Italia ce la farà”. Tocca essere ottimisti e anche Cl ha pubblicato un documento che lo è. Purtroppo i fatti per ora ci dicono altro. Giorgia Meloni non ha ancora giurato da premier e già su di lei gravano cattivi presagi. I suoi alleati arrivano alla trattativa per formare il nuovo governo arrabbiati e spaventati per i milioni di voti persi in soli cinque anni, proprio in favore di Fratelli d’Italia. Meloni gli ha svuotato la cassaforte. Matteo Salvini, in particolare, ha una fronda interna molto seria, guidata ufficialmente da Umberto Bossi, che mette in fila i governatori del Nord. E persino la Confindustria manda a dire che il programma di Salvini, fatto di proclami su flat tax e pensioni, va accantonato. Silvio Berlusconi vorrebbe Licia Ronzulli in una funzione politica chiave del nuovo esecutivo. Va aggiunto altro su Forza Italia? Il vecchio socialista Rino Formica, col suo consueto acume da prima Repubblica, si chiede: il 20 ottobre chi andrà al Consiglio d’Europa, reso cruciale dalla questione gas? Draghi o Meloni? Salvatore Merlo sul Foglio scrive che ci andrà Draghi di certo. In Inghilterra la premier Liz Truss è stata umiliata in modo clamoroso: ha dovuto rimangiarsi le prime misure economiche prese, perché il suo programma conservatore (diminuire le tasse ai ricchi) stava mandando in bancarotta il sistema e ha fatto crollare la sterlina. Il Corriere rivela che per ora il criterio di Meloni sarebbe un “lodo” di questo tipo: nessuno va in un Ministero dove è già stato. Dunque no Salvini al Viminale. Né La Russa alla Difesa o Giorgetti allo Sviluppo economico. Vedremo se basterà.   

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