Meloni d'Egitto anti-migranti
Visita della premier al Cairo con Ursula. Plebiscito per Putin e proteste nel voto russo, giudicato "né libero, né onesto" dagli Usa. Basilicata, 5 giorni per decidere. Pier Silvio non farà politica
La visita di Giorgia Meloni al Cairo ha avuto una doppia valenza: da un lato ha sancito il sostegno economico e finanziario dell’Europa (oltre a Ursula von der Leyen, erano in Egitto il presidente di Cipro, Nikos Christodoulidis, e i Primi Ministri di Belgio, Alexander De Croo, Grecia, Kyriakos Mitsotakis, e Austria Karl Nehammer), dall’altro ha rafforzato il legame fra italiani ed egiziani. Con due obiettivi: il piano Mattei e il contrasto alle migrazioni. «Aspiriamo a lavorare insieme più di prima per aiutare gli Stati di origine e quelli di transito» attraverso «investimenti e assistenza per prevenire l'immigrazione illegale e per aiutare questi Stati a fronteggiare i trafficanti di migranti» ha detto Giorgia Meloni. Le opposizioni criticano l’impostazione di fondo, che rimane la stessa degli accordi con Libia e Tunisia. Quanto al piano Mattei, è ancora presto per comprendere e quindi giudicare che cosa davvero si riuscirà a realizzare. A fare da sfondo al viaggio la crisi in Medio Oriente: l’Egitto, già alle prese con una forte svalutazione e un’inflazione galoppante (29,8% su base annua a gennaio) teme l’afflusso dei profughi palestinesi che premono al valico di Rafah. Zona sulla quale, ha confermato ieri il premier israeliano, entrerà l’esercito di Tel Aviv.
Se volete continuare a leggere, potete iscrivervi subito e SE NON SIETE GIÀ ABBONATI, cliccate su questo pulsante verde: