La Versione di Banfi

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Meloni fa a meno del Cav

alessandrobanfi.substack.com

Meloni fa a meno del Cav

Forza Italia tenta l'imboscata. Ma La Russa viene lo stesso eletto al primo turno a capo del Senato. Tripudio per la Segre. Oggi tocca alla Camera. Putin cerca l'accordo sul gas, come per il grano

Alessandro Banfi
Oct 14, 2022
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Meloni fa a meno del Cav

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Giorgia Meloni è sempre stata sottovalutata da Silvio Berlusconi e da Matteo Salvini. È capitato di nuovo in questi giorni. La cosa è curiosa perché è un’altra dimostrazione di quella che gli psicologi chiamano la “coazione a ripetere”, sindrome che affligge i nostri politici. E ieri, ma i lettori attenti della Versione erano stati ampiamente avvertiti del possibile intoppo, la maggioranza di governo è apparsa insieme solida e fluida. Solo apparentemente sembra una contraddizione. Fluida perché il centrodestra, al primo voto di verifica, si è subito spaccato. Solida perché la spaccatura ha sancito un clamoroso fallimento del ricatto di Berlusconi nei confronti della premier in pectore. Il candidato di Meloni, Ignazio La Russa, è stato eletto al primo turno presidente del Senato, e ha tenuto un vivace discorso bipartisan. Dopo un bel discorso di Liliana Segre (integrale oggi anche su questa Versione). A conti fatti, i voti mancanti degli azzurri, saliti sull’Aventino per difendere una poltrona per Licia Ronzulli, sono saltati fuori da qualche senatore a vita, dai due di Noi con l’Italia di Lupi, e probabilmente da esponenti del Pd e/o 5 Stelle. Voti tirati su, uno ad uno, da La Russa e Meloni (ieri alla buvette del Senato è comparso anche il visitatore Guido Crosetto). Stamattina alle 10,30 si vota per la Camera. Il candidato ufficiale della Lega è già cambiato: da Riccardo Molinari a Lorenzo Fontana. Ma all’alba, quando scriviamo, i nodi non sono ancora sciolti, girano anche altri nomi di leghisti. Uno in particolare, non proprio salviniano. Vedremo.

Ma è la linea che conta in politica. E dunque a questo punto fossimo in Antonio Tajani, fino all’altro ieri già seduto sulla poltrona di Ministro degli Esteri, faremmo gli scongiuri. Visto che Forza Italia si è tirata fuori dall’accordo, non è detto che quell’accordo poi vada in porto, almeno nello schema di 48 ore fa. E comunque gli azzurri adesso considerano l’ex presidente del Parlamento europeo un mezzo traditore. Non è un liberi tutti, ma certo la legislatura parte compiendo fino in fondo il destino segnato dagli elettori: Meloni fortissima, Salvini in crisi, Berlusconi quasi fuori dai giochi con Forza Italia che va di nuovo al governo con una delegazione “eretica”, tutti gli altri decisivi, 5 Stelle e terzo polo compresi. Adesso forse il centrodestra (oggi più che mai destracentro) proverà a ricompattarsi. “Ronzulli non farà il Ministro” assicura adesso Berlusconi. Ma potrebbe essere tardi. L’ex infermiera che ha sostituito Gianni Letta nel mondo del Cav ha spinto Forza Italia ad uno strappo parlamentare che Meloni considera “grave”. Niente è peggio, anche in politica, che tentare la pugnalata e mancare il colpo, non per niente contro Cesare andarono in molti. Come scrive oggi Francesco Verderami sul Corriere: “Meloni, dovendo affrontare il nodo del rapporto con il Cavaliere, ha deciso di tagliarlo e non di scioglierlo”. Inizio traumatico, non c’è che dire.

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