Meloni sceglie l’agenda Draghi
La leader di Fratelli d'Italia si accredita a Cernobbio: sì al "price cap" in Europa e deciso no a Putin. Crescono 5 Stelle e Terzo polo. I filo russi tagliano la luce agli ucraini. Addio a Gorbaciov
Giorgia Meloni oggi a Cernobbio è l’altra faccia di Mario Draghi a Rimini. Il presidente del Consiglio si era detto molto fiducioso che chiunque vinca le elezioni, porterà avanti alcuni elementi fondamentali della sua agenda. “Ce la faremo”, aveva promesso alla kermesse. Giorgia Meloni gli sta dando ragione: sta infatti sposando una linea di grande responsabilità sia nei rapporti con l’Occidente atlantico, sia sulla vicenda del “price cap” europeo per il gas. Entrando in rotta di collisione con l’alleato Matteo Salvini, che invece continua a tifare Putin e contro le sanzioni. I commentatori, da destra e da sinistra, colgono tutti questo cambiamento: per Francesco Verderami sul Corriere di sabato “l'accreditamento (di Giorgia Meloni ndr) con l'establishment italiano e internazionale è stato studiato nei minimi dettagli”. Persino Repubblica che la demonizza ogni giorno scrive oggi con Tommaso Ciriaco che Meloni “è pronta a sostenere la battaglia di Mario Draghi”. Sulla Verità, giornale “meloniano”, l’amante delle “contro-intuizioni” Riccardo Ruggeri consiglia esplicitamente la leader di Fratelli d’Italia, una volta vinte le elezioni, a chiamare lei Supermario a Palazzo Chigi: “La mossa Draghi”, scrive Ruggeri, “spiazzante per le élite, sarebbe risolutiva”.