Mezzo fallimento
Non è un successo il viaggio a Tunisi di Meloni, von der Leyen e Rutte. Saied risponde a muso duro sui migranti. Gli ucraini avanzano. 3 villaggi conquistati. I guai di Schlein, Conte e Renzi
È un mezzo fallimento il viaggio domenicale di Giorgia Meloni, di Ursula von der Leyen e del premier olandese Mark Rutte. I leader europei avevano poco da offrire (100 milioni) alla Tunisia per risanare un bilancio che avrebbe bisogno di almeno 3 miliardi. In più, il presidente Kais Saied ha risposto a muso duro alla richiesta di collaborare, soprattutto con l’Italia, per frenare il flusso di migranti sulle nostre coste. In modo sprezzante ha fatto sapere di non accettare lo scambio soldi - controllo delle coste. E non certo per motivi umanitari. Saied ha lanciato da mesi una “caccia al migrante” nel suo stesso Paese, che ha inorridito il mondo. Ha ragione Domenico Quirico: l’Europa ha dovuto umiliarsi di fronte alle richieste di un dittatore senza scrupoli. “Saied è l'ultimo degli arruffapopoli che usano i migranti per i loro scopi di potere”. Per il nostro governo ci sono delle attenuanti. La più evidente è che Roma rischia di subire molto di più, e da vicino, il ricatto del dittatore tunisino degli altri Paesi, che si possono permettere il lusso di essere insensibili alla crisi del Paese nordafricano. L’aggravante è invece voler insistere sulla linea “libica” di gestione dell’emergenza migranti. Scaricando su Paesi che hanno metodi da lager il problema del flusso dei profughi.
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