Minacce nucleari e spiragli di pace
Colloqui fra russi e ucraini in Bielorussia. Ma Putin annuncia un'allerta speciale, mettendo il ricatto nucleare sul tavolo delle trattative. L'Europa spedisce anche armi. Ma la gente vuole la pace
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Veniamo alla guerra in Ucraina. Anche oggi purtroppo unico tema. La giornata drammatica di ieri è stata segnata da tre fatti importanti: l’annuncio di un inizio di trattativa fra delegati russi e ucraini in Bielorussia. Il contemporaneo ordine di allerta di Vladimir Putin, primo stadio di un eventuale uso delle armi nucleari, reso noto proprio alla vigilia dei colloqui. La decisione, mai presa prima d’ora, di un sostegno militare diretto, non solo in fondi ma in armi, dell’Unione Europea alla resistenza ucraina.
Due notizie su tre fanno pensare ad un’escalation che angoscia il mondo. L’unico precedente bellico del secondo dopoguerra in Europa è stata la guerra in ex Jugoslavia, con l’intervento della Nato in Kosovo, regione da cui l’esercito nord atlantico non si è ancora ritirato. Ma allora non si arrivò così vicino all’uso delle armi nucleari, come sta accadendo oggi. E soprattutto gli europei, pur partecipando alla guerra attraverso la Nato, non avevano partecipato direttamente al conflitto come Ue. La circostanza provoca dubbi espressi sia a destra (da Salvini, poi in parte rientrati) che a sinistra, come riportano Il Fatto e La Verità.
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