Missili e colloqui
Si alternano speranze di pace e bombardamenti. Ieri incontro Usa-Cina a Roma e quarto round di trattative dirette. Via da Mariupol solo in mille. Draghi pensa ai profughi e ai prezzi da tagliare
Bombardamenti e trattative. Tragedie di guerra e timide speranze di pace si alternano crudelmente nella cronaca quotidiana dall’Ucraina. Dalla Mariupol assediata sono riuscite ad uscire, attraverso il corridoio umanitario, solo un migliaio di persone. È morta ieri, insieme al suo bambino, la donna incinta ferita nel bombardamento dell’ospedale pediatrico, ripresa dal fotografo dell’Associated Press, e che era stata portata via in barella. Ancor più amaro dopo che la propaganda di Mosca aveva accusato ucraini e stampa internazionale di avere allestito una messa in scena. A Kiev proseguono i bombardamenti dei missili che piovono improvvisi sulla città, come racconta Fabio Tonacci su Repubblica, scampato alla morte solo per pochi minuti.
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