Missili sui bambini
Orrore russo all'ospedale pediatrico di Kiev: 36 morti, 137 feriti. Condanna Onu e inchiesta Aia. L'escalation di Putin il giorno della Nato. Macron prende tempo sul governo. Cl: da Trieste a Rimini
L’orrore della guerra diventa pura crudeltà che si accanisce ancora una volta sui bambini e sui civili. I missili russi hanno colpito l’ospedale pediatrico di Kiev, colpendo un reparto di oncologia. Ieri Mosca ha lanciato 38 razzi sulla capitale, 30 sono stati intercettati, ma non quello che ha colpito la struttura sanitaria. L’ospedale si chiama “Ohmatdyt”. Secondo un primo bilancio sono state uccise 36 persone, 137 i feriti. Il mondo ha visto attonito le immagini di alcuni piccoli malati oncologici rimasti feriti, sottoposti a chemioterapie e dialisi in strada, dopo la distruzione del reparto. È arrivata subito una condanna dell’Onu mentre la Corte penale internazionale indaga sull’attacco compiuto con armi di precisione. Non sappiamo perché Vladimir Putin abbia deciso questo attacco in disprezzo di ogni regola anche di guerra. Se sia stato pensato per la frustrazione provocata dalla sconfitta in Francia di Marine Le Pen o perché oggi inizia a Washington uno storico vertice della Nato, cui parteciperà anche Volodymyr Zelensky. Il messaggio all’Occidente però è inequivocabile e va letto insieme all’offensiva politico diplomatica di Viktor Orbán che è stato a Kiev, a Mosca ed oggi è stato ricevuto a Pechino da Xi Jinping. Contro, e quasi a dispetto, dei 27 Paesi europei che rappresenta come presidente di turno. Il bombardamento russo dell’ospedale pediatrico segna un ulteriore passo verso l’escalation generalizzata e porta la sfida russa a livello planetario, quasi a provocare una reazione immediata della Nato.
A proposito di Orbán, ieri a Bruxelles è stata formalizzata la creazione dei “Patrioti”, gruppo di destra all’Europarlamento di Strasburgo, voluto dal presidente ungherese: il capogruppo sarà Jordan Bardella e il vice il generalissimo Roberto Vannacci. Un pezzo del nostro governo, la Lega, sta all’opposizione radicale della ultradestra in Europa, di fatto strutturalmente alleata con Mosca. Che cosa ne dicono Giorgia Meloni e Antonio Tajani?
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