Missione per conto del Papa
Zuppi a Kiev per la missione di pace. Ma oggi è il grande giorno dell'attacco. Il Cremlino cauto sull'arrivo del cardinale. Oggi Meloni a Tunisi. Fiducia su Pnrr e giudici. Fratellanza in piazza
C’è una certa eccitazione bellicista sui giornali di oggi per quello che potrebbe essere “il giorno dell’attacco”. La Repubblica arriva ad evocare il D-day. Gli ucraini stanno per sferrare la controffensiva di cui si parla da settimane e che è stata anche confermata dallo stesso Volodymyr Zelensky. La propaganda della guerra rischia così, per una fatale coincidenza, di coprire mediaticamente la missione del cardinal Matteo Zuppi, inviato speciale del Papa sul fronte della pace. Zuppi è arrivato a Kiev, prima tappa del suo delicato viaggio diplomatico e oggi dovrebbe incontrare il presidente ucraino. Ieri ha visitato Bucha, iniziando il suo sforzo proprio ricordando le vittime del “martoriato popolo ucraino”. Nella cerchia intorno al governo di Kiev si concede poco spazio all’azione di Zuppi, ma certamente si dà credito ai suoi sforzi umanitari, che finora hanno dato qualche frutto. Se dovesse aprirsi uno spiraglio per arrivare al cessate-il-fuoco, bisognerà partire da questo terreno. Anche al Cremlino c’è molta freddezza sulla missione vaticana. Il portavoce Dmitrj Peskov non ha confermato un incontro con il presidente Vladimir Putin. Come osserva Gian Guido Vecchi sul Corriere, l’unico tramite significativo potrebbe essere il patriarca di Mosca Kirill. “Ci vorrebbe un miracolo”, titola il Manifesto questa mattina. Mentre Domenico Quirico, con consueto crudo realismo, nota come ormai la bomba atomica non sia più un vero deterrente alla guerra.
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