Modello Ruanda?
Meloni spariglia e coinvolge Sunak sui migranti, il premier inglese fermato dai giudici sulla deportazione. Scandalo per un video con la giudice di Catania. Zelensky chiede alla Ue, Putin minaccia
A sorpresa il grande alleato di Giorgia Meloni sul tema migranti è il premier inglese Rishi Sunak. Il leader politico che voleva deportare i migranti in Ruanda, se non fosse stato fermato dalla magistratura del suo Paese. Oggi il Corriere della Sera ospita un articolo a doppia firma Meloni-Sunak, in cui i due capi di governo della Nato (la Gran Bretagna è uscita dalla Ue) si dicono impegnati “a ripristinare la legalità in ambito migratorio”. Tutto il documento si propone di “bloccare le partenze”, colpire gli scafisti e contrastare la “migrazione illegale”. C’è un’unica frase che cita il diritto d’asilo e recita: “Solo fermando il flusso di migranti illegali possiamo proteggere il ruolo storico delle nostre due Nazioni come luoghi di asilo e rifugio”.
Ma quale asilo e rifugio garantiscono oggi questi due Paesi a coloro che ne hanno diritto? Esiste forse un flusso “legale”? Chi scappa da una guerra o da una persecuzione, etnica, politica o religiosa, come può approdare ai nostri civili e democratici Paesi? Nell’impressionante denuncia contenuta nel libro di Sally Hayden E la quarta volta siamo annegati, Bollati Boringhieri, c’è tutta l’ipocrisia applicata finora dai Paesi della Ue, che per anni hanno pagato gli aguzzini libici e la Guardia Costiera di Tripoli per mettere in galera, violentare e torturare spesso fino alla morte eritrei, somali, afghani, sub sahariani... Tutti profughi che avevano diritto all’asilo. L’impressione è che Meloni spinga la Ue a percorrere nuove strade di “blocco”, appoggiandosi alla Londra della Brexit. Gli osservatori dicono che a Granada la mossa italiana ha infatti irritato Spagna e Germania, che non hanno partecipato alla riunione italo-inglese (mentre c’erano Macron e il presidente albanese) e che oggi avranno incontri bilaterali.
Comunque la si pensi, per tutti questi leader politici l’emergenza non sono i ventimila morti nel Mar Mediterraneo degli ultimi dieci anni, che dovrebbero gravare sulle loro coscienze, ma l’obiettivo è militarizzare i confini della Fortezza Europa, magari aumentando ancora le spese per le armi. L’ipocrisia dei capi europei è riconoscere il diritto d’asilo solo a chi mette piede in uno dei nostri Paesi, sapendo benissimo che il viaggio possibile oggi è solo quello “illegale”, organizzato dai trafficanti. Se volessero davvero combattere i trafficanti, dovrebbero riconoscere il diritto d’asilo fuori dai nostri confini e organizzare un flusso davvero legale.
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