Morte per fame

La guerra in Ucraina rischia di provocare milioni di vittime da carestia. Evacuati i civili da Azovstal, la Nato contro la Crimea "russa". De Benedetti: è la guerra degli Usa, per noi una catastrofe

La guerra porta con sé distruzione e morte. Ma porta anche la fame. Anche grazie all’allarme dell’Onu (esiste ancora!) finalmente anche la stampa italiana si sta accorgendo della drammatica situazione in cui versano i Paesi più poveri. L’Ucraina, il granaio d’Europa, produrrà meno ed esporterà molto meno. È una conseguenza economica del conflitto che rischia di diventare la grande criticità dei prossimi mesi. Dopo la pandemia e la guerra arriva un’enorme carestia. Anche per questo ogni giorno di conflitto che passa è una responsabilità maggiore per chi non vuole la pace. A cominciare da Vladimir Putin. Ma non dimenticando gli altri decisivi attori. Ieri il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha indirettamente criticato Volodymyr Zelensky che il giorno prima aveva aperto alla prospettiva di una Crimea ancora annessa alla Federazione Russa, sostenendo che gli alleati occidentali lo impediranno.

La buona notizia delle ultime ore, dal campo bellico, è che tutti i civili sono stati evacuati dall’acciaieria Azovstal di Mariupol. Cruciale resta ora il destino dei miliziani ancora asserragliati. Intanto ci si chiede che cosa accadrà domani, 9 maggio, anniversario della resa nazista del 1945 all’Armata Rossa. Parlerà Putin? Approfitterà della sfilata nella Piazza Rossa? Gli analisti di mezzo mondo sperano così di decifrare l’obiettivo finale dell’invasione russa. Non è chiarissimo neanche l’obiettivo degli occidentali: è davvero il “cambio di regime” a Mosca? Si spera in un golpe? O si pensa di arrivare a Mosca con i carri armati? Forse lo comprenderà meglio Mario Draghi che domani, altra importante vigilia, partirà per Washington.

Se volete continuare a leggere, potete iscrivervi subito e SE NON SIETE GIÀ ABBONATI, cliccate su questo pulsante verde: