Morti di fame e di sete
Gommone alla deriva: 50 morti. Partiti dalla Libia e soccorsi da una nave ong. A Gaza 70 bimbi salvati dai tedeschi. Oggi si vota in Russia. Macron a Berlino. In Basilicata è già flop per la sinistra
Chi si occupa delle notizie tv lo sa. C’è un istinto molto diffuso a non voler sapere, a girare la testa da un’altra parte, quasi a tapparsi occhi e orecchie quando arrivano notizie come quella di ieri. Un gommone con 75 persone a bordo partito dalla Libia è andato alla deriva nel Mediterraneo per giorni. La maggioranza dei migranti, cinquanta forse sessanta, sono morti di fame e di sete. Due giovani superstiti sono in condizioni gravissime mentre scriviamo, perché hanno bevuto l’acqua di mare. I pochi salvati hanno raccontato che il primo a morire è stato un bambino di 18 mesi. Sono stati soccorsi mercoledì dalla Ocean Viking di Sos Méditerranée, un’imbarcazione ong di quelle ostacolate continuamente negli ultimi mesi. Sì perché mai come in queste occasioni è chiaro che l’unica forma di contrasto prodotta in questo periodo è stata quella contro i soccorsi delle organizzazioni non governative. Decisione del governo Meloni e di Bruxelles, perché la Ue continua ad avere pesanti responsabilità. Prima fra tutte quella di revocare l’operazione Mare Nostrum, che segnò il solo periodo negli ultimi anni senza migranti morti nel Mediterraneo. La linea è quella degli accordi bilaterali: dopo Libia, Tunisia, Albania, prepariamoci all’Egitto, al centro della prossima missione di Meloni e Von der Leyen. “Eppure”, scrive oggi Avvenire, “è ormai evidente che tentare di frenare le partenze finanziando i governi fragili del nord Africa non risolve i problemi. Sarebbe molto più utile accelerare e incentivare, come è stato promesso in più di un’occasione, la via dei corridoi umanitari”.
A proposito di bambini e di Ong. È una organizzazione non governativa tedesca ad aver messo in salvo 70 bambini della Striscia di Gaza, come racconta Davide Frattini sul Corriere di oggi. Operazione criticata da almeno due esponenti del governo Netanyahu. Itamar Ben-Gvir, ministro per la Sicurezza nazionale e tra i leader dei coloni, dice: «In guerra bisogna schiacciare il nemico, senza diventare moralisti». Bezalel Smotrich è arrivato a dire che salvare dei bambini è «un fallimento etico». Il giornalista palestinese Sami al-Ajrami racconta su Repubblica che i bambini di Gaza sono già diventati mostruosamente violenti, preda delle bande mafiose e di Hamas.
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