Mosca, caccia ai mandanti
Putin aspetta 19 ore e accusa per l'attentato (133 morti, 152 feriti) l'Ucraina di connivenza con i 4 tagiki arrestati. Non cita l'Isis. Usa offre collaborazione. Kiev nega un coinvolgimento
È passata solo una settimana dal voto russo e il terribile attentato di Mosca ha sconvolto il mondo. Stamattina il bilancio ufficiale delle autorità russe è di 133 morti e 152 feriti. Il presidente russo Vladimir Putin, 19 ore dopo l’evento, ha parlato ieri in tv e non ha citato l’Isis, che ha rivendicato l’attacco. Rafforzando il comunicato con un filmato considerato attendibile. Putin ha detto che tutti e quattro gli uomini armati accusati di aver compiuto l'attacco, originari del Tagikistan, sono stati arrestati. Insieme a loro ci sarebbero altri 11 fermati. Ed ha puntato l’attenzione contro l’Ucraina, accusato di avere offerto una “finestra” di fuga ai terroristi. Si tratta del più sanguinoso attentato in Russia da quasi 20 anni. Ed è ovvio che il Cremlino sia molto cauto sulla matrice islamista che riapre la profonda ferita della Cecenia e in genere delle ex Repubbliche sovietiche. L’impressione è che, prima di avere un quadro certo, la Russia tenga alta la tensione sulla guerra.
Gli Stati Uniti hanno offerto collaborazione a Mosca contro il terrorismo islamista, considerato “nemico comune” contro cui allearsi. L’Isis K, l’ultima formazione sopravvissuta attiva principalmente in Afghanistan, è la principale sospettata perché Mosca era stata fondamentale per la lotta agli islamisti nella guerra civile siriana nel 2015 a fianco del presidente Assad. L’intelligence americana aveva avvertito (anche pubblicamente il 7 marzo) il Cremlino di rischi di attentati di questo tipo, arrivando a consigliare gli occidentali a non frequentare teatri o raduni in Russia. Putin l’aveva presa come una provocazione dei Servizi. Ora quell’allarme fa riflettere, sicuramente anche i russi.
L’attacco terroristico si inscrive comunque in una situazione di guerra in Ucraina (ora anche i russi usano il termine), che ha impegnato il Consiglio Europeo di giovedì e venerdì a Bruxelles. I 27 non hanno compiuto strappi, come forse avrebbe voluto la Francia, ma hanno preso decisioni di sostegno a Kiev e messo nuovi dazi sul grano dalla Russia e dalla Bielorussia. Per quanto riguarda l’Italia, va registrata una ritrovata alleanza fra Italia e Francia: il “falco” Macron diventato “boxeur” anti-Putin si riavvicina a Giorgia Meloni. E l’alleanza, secondo il bellicista Foglio, assume “un significato politico particolare”.
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