Mosca divide il governo
Salvini e Tajani lontani nel giudizio sul plebiscito a Putin. Per la Ue elezioni condizionate. A Gaza allarme carestia. Fini rischia 8 anni di carcere. Valditara senza merito. Auguri ai papà
La diplomazia occidentale non ha dubbi: le elezioni russe sono state ampiamente condizionate e non c’è stata vera alternativa a Vladimir Putin. La “pressione” sugli elettori, hanno scritto in una dichiarazione i 27 Ministro degli Esteri europei, è stata particolarmente forte anche per via dell’aggressione militare all’Ucraina e per la guerra in corso, in un voto considerato non democratico. Il presidente cinese Xi Jinping, il premier indiano Narendra Modi, il leader nordcoreano Kim Jong-un e il presidente iraniano Ebrahim Raisi hanno invece inviato messaggi di congratulazioni a Mosca. Ancora una volta Sud del mondo e Occidente si trovano su fronti politici opposti. Vladimir Putin, da parte sua, ha sfruttato la festa in Piazza Rossa (vedi Foto del Giorno) per i dieci anni dell’annessione della Crimea per ricordare che le regioni ucraine conquistate sono diventate territorio russo. L’analista Usa Charles Kupchan dice stamattina alla Stampa: «Dobbiamo comunque dialogare con il Cremlino. Con la Russia che c’è».
Sulla Russia in Italia, ieri pomeriggio, si è sviluppata una forte polemica fra Matteo Salvini e l’altro vicepremier Antonio Tajani. Il leghista ha detto: «Quando un popolo vota ha sempre ragione, ovunque voti». Il ministro degli Esteri ha dunque replicato: «Non mi sembra che siano elezioni che rispettano i criteri che rispettiamo noi». In serata un comunicato ufficiale della Lega ha rasserenato il clima permettendo alla premier Giorgia Meloni di dire che la linea è chiara e il governo coeso.
Se volete continuare a leggere, potete iscrivervi subito e SE NON SIETE GIÀ ABBONATI, cliccate su questo pulsante verde: