Navalny, morte in Siberia
Il mondo è indignato e sotto choc per la morte del rivale di Putin Alekskei Navalny. La famiglia reclama il corpo. 300 arresti a Mosca. Gaza, Netanyahu duro con Biden. Crollo in cantiere a Firenze
La notizia della morte del dissidente Aleksei Navalny, avvenuta secondo fonti ufficiali russe venerdì sera durante l’ora d’aria nel carcere di Kharp, nella Siberia del Nord, ha sconvolto e indignato il mondo. Navalny era un dissidente, un avversario politico di Vladimir Putin che, scampato ad un tentativo di avvelenamento, aveva preferito, tre anni fa, rientrare nella Federazione Russa, invece che risiedere all’estero. La sua è una testimonianza limpida di impegno politico per la libertà e il pluralismo democratico. La responsabilità, diretta o indiretta della sua morte, è comunque di Vladimir Putin. Il regime russo lo ha infatti incarcerato solo in quanto oppositore politico. E lo ha sottoposto ad un regime carcerario durissimo e disumano in questi tre anni. Colpiscono favorevolmente le manifestazioni spontanee di solidarietà a Mosca, represse con durezza: almeno 300 persone sono state arrestate per aver espresso il loro dissenso (vedi Foto del Giorno). Fra i tanti commenti pubblicati la Versione propone oggi quelli di Paolo Valentino (che aveva intervistato Navalny) sul Corriere e di Anna Zafesova e Domenico Quirico sulla Stampa.
La morte di Navalny è piombata come un fulmine sulla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, durante la quale ha parlato Yulia, la stessa moglie del dissidente. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenuto a Monaco ieri mattina nella seconda giornata, ha cercato di interpretare il «messaggio chiaro» di Mosca rivolgendosi ad americani ed europei. E ha detto: «Se non agiamo adesso Putin causerà nei prossimi anni una catastrofe anche in altri Paesi». A Monaco c’è stato un passo decisivo anche verso la difesa comune europea. Lo hanno confermato chiaramente la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Per quanto riguarda le reazioni della politica italiana, Carlo Calenda ha lanciato l’iniziativa di una fiaccolata in memoria di Aleksei Navalny domani sera in Campidoglio a Roma alle 18,30. Iniziativa a cui hanno dato adesione tutti i partiti, Lega compresa, nonostante i dubbi delle prime ore.
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