La Versione di Banfi

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Non dimenticare i profughi

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Le Ong, Amnesty e Caritas sollevano pesanti dubbi sul memorandum con Tunisi. Che ora i 27 della Ue devono ratificare. Scontro sul fisco e sulla giustizia. Colpito il ponte con la Crimea, stop al grano

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Alessandro Banfi
lug 18, 2023
∙ A pagamento
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Una fotografia scattata nel deserto ad alcuni dei 600 profughi subsahariani, deportati lì dal governo di Tunisi. Il titolo recita: Memorandum. E’ la prima pagina del Manifesto di oggi e sintetizza, con efficacia, gli interrogativi legati alla firma dell’accordo siglato domenica a Cartagine fra la Tunisia e l’Unione Europea. Insieme all’Avvenire, è il giornale che più torna sul patto siglato 48 ore fa, non solo perché sono giornali che non escono lunedì. Il Memorandum solleva dubbi e dubbi forti soprattutto nel mondo delle Organizzazioni non governative, che si occupano dei migranti. Ma anche di agenzie non governative come Amnesty e la Caritas, che entrambe oggi esprimono tutta la loro preoccupazione. Al centro c’è la questione dei diritti umani e di come il regime di Kais Saied, che ha sottoscritto l’accordo, stia trattando i profughi sub sahariani, che sarebbero ancora deportati nel deserto. A Giorgia Meloni e al nostro governo va riconosciuto il merito di aver insistito nel coinvolgere i Paesi del Nord Africa e a Bruxelles, secondo quanto scrive Beda Romano sul Sole 24 Ore, piace un modello che, questione migranti a parte, cerca di aprire una nuova fase di cooperazione economica e non solo di sostegno finanziario. Ora però il Memorandum di Cartagine andrà ratificato dai 27 Paesi, forse in quella sede le legittime osservazioni delle Ong e delle organizzazioni umanitarie potrebbero avere più ascolto. Del resto è un fatto che i grandi finanziamenti promessi dal Fondo Monetario non siano ancora arrivati a Tunisi perché il regime attuale resisterebbe a procedere ad alcune riforme economiche strutturali giudicate invece a Washington indispensabili. Di tutto questo si dovrebbe parlare comunque il 23 luglio a Roma. Vedremo.

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