Non dimenticare i profughi
Le Ong, Amnesty e Caritas sollevano pesanti dubbi sul memorandum con Tunisi. Che ora i 27 della Ue devono ratificare. Scontro sul fisco e sulla giustizia. Colpito il ponte con la Crimea, stop al grano
Una fotografia scattata nel deserto ad alcuni dei 600 profughi subsahariani, deportati lì dal governo di Tunisi. Il titolo recita: Memorandum. E’ la prima pagina del Manifesto di oggi e sintetizza, con efficacia, gli interrogativi legati alla firma dell’accordo siglato domenica a Cartagine fra la Tunisia e l’Unione Europea. Insieme all’Avvenire, è il giornale che più torna sul patto siglato 48 ore fa, non solo perché sono giornali che non escono lunedì. Il Memorandum solleva dubbi e dubbi forti soprattutto nel mondo delle Organizzazioni non governative, che si occupano dei migranti. Ma anche di agenzie non governative come Amnesty e la Caritas, che entrambe oggi esprimono tutta la loro preoccupazione. Al centro c’è la questione dei diritti umani e di come il regime di Kais Saied, che ha sottoscritto l’accordo, stia trattando i profughi sub sahariani, che sarebbero ancora deportati nel deserto. A Giorgia Meloni e al nostro governo va riconosciuto il merito di aver insistito nel coinvolgere i Paesi del Nord Africa e a Bruxelles, secondo quanto scrive Beda Romano sul Sole 24 Ore, piace un modello che, questione migranti a parte, cerca di aprire una nuova fase di cooperazione economica e non solo di sostegno finanziario. Ora però il Memorandum di Cartagine andrà ratificato dai 27 Paesi, forse in quella sede le legittime osservazioni delle Ong e delle organizzazioni umanitarie potrebbero avere più ascolto. Del resto è un fatto che i grandi finanziamenti promessi dal Fondo Monetario non siano ancora arrivati a Tunisi perché il regime attuale resisterebbe a procedere ad alcune riforme economiche strutturali giudicate invece a Washington indispensabili. Di tutto questo si dovrebbe parlare comunque il 23 luglio a Roma. Vedremo.
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