Ombre sul New Hampshire
Donald Trump arrabbiato per il risultato di Nikki Haley. Lei non si ritira fino al Super Tuesday. L'opzione Michelle Obama. Netanyahu tira dritto, Tajani in visita. Meloni contro Stellantis (e Rep)
Anche il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani ribadisce, nella visita che oggi lo porta a Gerusalemme, che la soluzione resta quella dei “due Stati”. Ma il premier israeliano dà l’impressione di voler tirare dritto. E i suoi ministri appaiono scatenati nell’insistenza a cancellare ogni presenza palestinese nella Striscia, tornando persino ad evocare l’uso della bomba atomica. Poco pesano le proteste dell’Onu e la posizione ufficiale di Stati Uniti ed Europa. Sarà resa nota intanto venerdì la sentenza dei giudici della Corte internazionale di giustizia dell'Aia contro Israele, portato a giudizio dal Sudafrica con l’accusa di genocidio per le operazioni militari a Gaza. Ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha incontrato l’omologo iraniano Ebrahim Raisi manifestando una convergenza per “la stabilità in Medio Oriente e la lotta al terrorismo”. Anche il neo ministro degli Esteri britannico, David Cameron, ha chiesto ieri a Netanyahu “una pausa umanitaria urgente”.
Intanto si studiano i riflessi dei risultati delle primarie americane. La rabbia di Donald Trump dopo il voto del New Hampshire spiega molto. La partita con Nikki Haley non è affatto chiusa, visto che moderati e indipendenti pare non vogliano orientarsi su The Donald. A fare il tifo per il tycoon ci sono i consiglieri di Joe Biden, che sperano nella conferma dell’ultimo scontro elettorale. Insomma lo scenario è in grande movimento, visto che nelle fila democratiche c’è chi spera in un ritiro dell’attuale presidente a favore di Michelle Obama.
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