Pace, ci provano Cina ed Europa
Il piano cinese non è l'unico. Anche Gb, Francia e Germania spingono per uno stop. I generali russi e americani sono d'accordo. Ma la guerra serve al sistema? Oggi il nuovo Pd esce dai gazebo
Il primo fine settimana di Quaresima è segnato da tre fatti: la proposta di pace cinese, le votazioni per le primarie del Pd e l’addio a Maurizio Costanzo. A cui si è aggiunta oggi la terribile notizia, dell’ultimora, del naufragio in Calabria con più di 60 morti. E che angoscia ancor di più sapendo che l’Onu ha ricordato al nostro Paese che con le nuove norme introdotte, anti-Ong, ci saranno “più morti”.
Ma andiamo per ordine. Sull’invasione in Ucraina, soprattutto nelle prime ore di ieri mattina, sembrava si potesse trattare di un giorno di svolta. Formulata proprio nei pressi dell’anniversario, la proposta di pace cinese, pubblicata da più parti e considerata gradita a Mosca, veniva presa in seria considerazione da Volodymyr Zelensky. Sabato Avvenire ha pubblicato un editoriale dello storico Agostino Giovagnoli in cui veniva sottolineato il peso diplomatico del “gigante” Cina, finalmente sceso in campo. Fareed Zakaria, uno dei più autorevoli commentatori americani, sembrava convergere sulla stessa opinione nella colonna scritta per il Washington Post, dal titolo “C’è un percorso per arrivare alla fine della guerra”. Da più resoconti emergeva che i vertici militari russi e quelli americani spingevano decisamente per il cessate il fuoco. Già ieri sera, purtroppo però, le speranza si erano ridotte molto. Con l’inizio della giornata americana (è consueto il gioco dei fusi orari in questa guerra) le speranze si sono ulteriormente ristrette, fino alla risposta del presidente Usa Joe Biden, che ha chiuso ogni possibilità al piano di Xi. Anche il G20 In India è diventata una clamorosa sanzione della spaccatura del mondo in due blocchi: Cina e Russia da una parte e l’Occidente dall’altra.
Tuttavia il presidente Emmanuel Macron incoraggia gli sforzi cinesi. Soprattutto il Wall Street Journal rilancia una strada per il cessate il fuoco cui starebbero lavorando il premier inglese Rishi Sunak, insieme al cancelliere tedesco Olaf Scholz e allo stesso Macron, facendo intravvedere la possibilità di un’iniziativa della Nato per un cessate il fuoco. Dal terreno bellico e dai generali la richiesta è palese. Allo stesso tempo è sempre più evidente la necessità del sistema di uno stato di guerra globale. Come se la guerra, a parte le vittime dirette, convincesse ogni giorno della sua bontà, o della sua inevitabilità.
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