La Versione di Banfi

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Pasolini, lettera di Natale

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Pasolini, lettera di Natale

Piccolo regalo per gli abbonati alla Versione: una lettera del grande scrittore e regista all'amico prete don Giovanni Rossi, che ispirò il film Vangelo secondo Matteo.

Alessandro Banfi
Dec 23, 2022
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Pasolini, lettera di Natale

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Il piccolo regalo di Natale per gli abbonati alla Versione di quest’anno è una lettera di Pier Paolo Pasolini. Ho letto e fotografato questa missiva spedita a don Giovanni Rossi, fondatore e animatore di Pro Civitate Christiana di Assisi, in una mostra sul grande scrittore, allestita proprio nella Cittadella nei mesi scorsi. La Pro Civitate è il luogo, immaginato come tutto dedicato alla persona di Gesù Cristo, dove Pasolini decide di realizzare il suo film “Vangelo secondo Matteo”. Don Rossi è stato un grande protagonista del Novecento italiano, in cui mi sono imbattuto quest’anno studiando le vicende dello scrittore friulano, ma anche di Giorgio La Pira, di Bill Congdon e di don Luigi Giussani. Altre grandi personalità che hanno avuto con lui rapporti molto intensi nello “studium Christi” e tutti attirati nella Cittadella di Assisi. Ecco la lettera scritta 58 anni fa da Pasolini a don Rossi.

A Don Giovanni Rossi - Assisi

Roma, 26 dicembre 1964

Caro don Giovanni,

La ringrazio tanto per le sue parole della notte di Natale, sono state il segno di una vera e profonda amicizia, non c'è nulla di più generoso che il reale interesse per un'anima altrui. Io non ho nulla da darle per ricompensarla. Non ci si può sdebitare di un dono che per sua natura non richiede di essere ricambiato, ma io ricorderò sempre il suo cuore di quella notte.

Quanto ai miei peccati... il più grande è quello di pensare in fondo soltanto alle mie opere, il che mi rende un po’ mostruoso e non posso farci nulla, è un egoismo che ha trovato un suo alibi di ferro in una promessa con me stesso e gli altri da cui non mi posso sciogliere. Lei non avrebbe mai potuto assolvermi da questo peccato, perché io non avrei mai potuto prometterle realmente di avere intenzione di non commetterlo più.

Gli altri due peccati, che lei ha intuito, sono i miei peccati "pubblici". Ma quanto alla bestemmia glielo assicuro, non è vero. Ho detto delle parole aspre contro una data Chiesa e un dato Papa ma quanti credenti ora non sono d'accordo con me? L'altro peccato l'ho ormai tante volte confessato nelle mie poesie, e con tanta chiarezza e con tanto terrore, che ha finito con l’abitare in me come un fantasma famigliare a cui mi sono abituato, e di cui non riesco più a vedere la reale, oggettiva entità.

Sono "bloccato" caro don Giovanni, in un modo che solo la Grazia potrebbe sciogliere. La mia volontà e l'altrui sono impotenti. E questo posso dirlo solo oggettivandomi e guardandomi dal suo punto di vista.

Forse perché io sono da sempre caduto da cavallo non sono mai stato spavaldamente in sella (come molti potenti della vita, o molti miseri peccatori) sono caduto da sempre, e un mio piede è rimasto impigliato nella staffa, cosicché la mia corsa non è una cavalcata, ma un essere trascinato via con il capo che sbatte sulla polvere e sulle pietre. Non posso né risalire sul cavallo degli Ebrei e dei Gentili, né cascare per sempre sulla terra di Dio.

La ringrazio ancora, con tutto l'affetto, suo

Pier Paolo Pasolini

PS: Domani essendo sabato, la Versione è in vacanza. Ci vediamo Martedì 27 dicembre. Tantissimi auguri a tutti gli abbonati, quelli free e quelli a pagamento. Buon Natale a voi e alle vostre famiglie.

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