Piazza Rossa, la vigilia
Domani Putin alla sfilata della Vittoria. Prigozhin fa rientrare le minacce. Bakhmut non è caduta. Meloni prepara il tavolo sulle riforme, divisi Conte e Schlein, mentre Tajani parla di referendum
Siamo alla vigilia della tradizionale sfilata militare sulla Piazza Rossa: quel 9 maggio che i russi considerano il giorno della Vittoria, perché celebra la presa della Berlino nazista alla fine della Seconda guerra mondiale e la firma della resa tedesca. Vladimir Putin sarà in piazza e parlerà in un discorso, già carico di attese, perché dalle sue parole si potrebbe capire la prospettiva futura dell’ “operazione militare speciale” in Ucraina. Non a caso proprio alla vigilia di questa data c’è stata la minaccia di Evgeny Prigozhin, il capo della Wagner, di ritirarsi da Bakhmut perché quella città, come nota oggi Paolo Mieli sul Corriere della Sera, è diventata il simbolo del destino della guerra. Minaccia poi rientrata. Probabilmente i russi avrebbero voluto la sua conquista prima di domani e forse per questo Volodymyr Zelensky ha voluto tener duro, facendone una “fortezza” per i suoi. Putin tornerà a promettere la vittoria dalla Piazza Rossa di Mosca, ma è da capire quando e come arriverà. Mentre Kiev prepara ancora una controffensiva annunciata da almeno due mesi. Intanto ieri in tutta Italia c’è stata la “staffetta di pace” organizzata da Michele Santoro che da Aosta a Lampedusa ha testimoniato contro le armi e la guerra.
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