La Versione di Banfi

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Prima verifica di maggioranza

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Oggi Camera e Senato iniziano le votazioni (a scrutinio segreto): La Russa capo del Senato? Si tratta fino all'ultimo. Erdogan cerca la mediazione e vede Putin. Sul gas l'Europa su quattro fronti

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Alessandro Banfi
ott 13, 2022
∙ A pagamento
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Prima verifica di maggioranza
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Nel primo giorno della nuova legislatura, la domanda già riguarda la tenuta della maggioranza di governo. Ieri è stata una giornata talmente convulsa che nessun commentatore stamattina dà per sicuro l’esito delle prime votazioni per i nuovi Presidenti di Camera e Senato. È vero: si dice che la notte abbia portato consiglio e che stamattina potrebbe essere eletto (alla prima “chiama”?) Ignazio La Russa a capo del Senato e il leghista Riccardo Molinari alla presidenza di Montecitorio. Non ci sarebbero criticità su questi due nomi, ma la compattezza nel voto segreto farà capire a che punto è il malumore per le altre nomine in ballo, a cominciare da quelle di governo. Per i nomi dei ministri la discussione infatti è stata più che animata. Ci sono alcuni punti fissi: Antonio Tajani agli Esteri, Giancarlo Giorgetti al Ministero più importante, quello dell’Economia (ma la designazione avrebbe irritato Matteo Salvini) e Agricoltura alla Lega. Resta un nome fortemente divisivo: quello di Licia Ronzulli, che Meloni non vorrebbe nella lista e per cui invece il Cav fa le barricate. Insomma, da queste prime settimane è del tutto evidente che se Giorgia Meloni avrà un’opposizione seria, le verrà dall’interno del destra centro, una coalizione che deve condividere con due alleati incattiviti da un disastro elettorale di proporzioni epocali e  che non hanno una vera strategia politica per il futuro. Eppure, ed ha ragione Francesco Verderami che lo scrive nell’editoriale del Corriere della Sera, questa volta è diverso. C’è un contesto interno e internazionale davvero drammatico: la responsabilità deve essere anche dei politici, non solo dei tecnici.

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