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Questa guerra è già mondiale
Solo una Conferenza tra Paesi nello spirito di Helsinki può fermare il conflitto. La Marcia della pace nel territorio bellico: il sogno realistico di un popolo disarmato
Giuliano Ferrara sul Foglio ha scritto: “Non ci credo e non mi adeguo. Si fa un gran parlare della Terza guerra mondiale, l'escalation, il nucleare, eccetera. Mi sembra una boiata, una gran balla, una propalazione per il re di Prussia”. Eppure, se si guarda con obiettività a quanto accade, questa guerra sta già creando pesantissime conseguenze in tutto il mondo. È già mondiale. Non nel senso delle attività strettamente belliche, per fortuna e almeno per ora. Ma in quello delle tantissime ricadute su tanti abitanti del pianeta.
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In Europa l’invasione russa in soli due mesi ha praticamente invertito il ciclo economico, scatenando l’inflazione e la recessione, ha contribuito a far esplodere i prezzi dell’energia, ha creato un’ondata di profughi senza precedenti (solo in Italia sono arrivati già più di centomila ucraini in fuga dal conflitto). Per non parlare dell’aumento delle spese militari e delle sanzioni verso la Russia che danneggiano anche i Paesi che le comminano. In Africa i giornali stranieri, in particolare quelli francesi, descrivono una situazione che è già drammatica: il mancato approvvigionamento di grano e di cereali sta innescando una pericolosa carestia. Si calcola che potremmo arrivare a venti milioni di morti per denutrizione e malattie, 38 milioni gli africani colpiti dalla crisi. In Asia anche l’economia cinese ha subito un rallentamento senza precedenti: Pechino non riesce più a vendere i suoi prodotti allo stesso ritmo del periodo che ha preceduto la pandemia. Commercio e turismo sono da un lato bloccati in un inedito ingorgo di merci (come nel porto di Shangai, il più grande del mondo) e dall’altro colpiti da un aumento vertiginoso dei costi di trasporto, dove guerra e Covid combinano una miscela esplosiva.
La guerra in Ucraina riguarda già tutto il mondo. Non è realistico pensare che si tratti di una disputa localizzata e che i due principali protagonisti, l’aggressore Russia e l’aggredita Ucraina, possano trovare prima o poi una soluzione solo tra di loro. In questo momento sembra che nessuno voglia il negoziato eppure la sensazione è che un accordo possa essere raggiunto solo se frutto di un tavolo multilaterale. L’Europa, gli Stati Uniti, e non solo per la Nato, ma anche la Cina e la Turchia, devono partecipare. Ieri il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, è stato umiliato dai missili lanciati dalla Russia proprio su Kiev, dov’era in visita. E certo le Nazioni Unite, sempre più svalorizzate dai capi di Stato populisti negli ultimi anni, Trump compreso, sono apparse inadeguate. Questa volta l’Onu è stata bloccata perché il Paese invasore, la Federazione Russa, è nel Consiglio di Sicurezza con potere di veto. Ed ha impedito ogni vera azione per fermare la guerra.
Non a caso il nostro Presidente Sergio Mattarella nel suo importante discorso all’Assemblea del Consiglio d’Europa di mercoledì (lo trovate qui) ha rievocato la conferenza di Helsinki, che si concluse nel 1975 e che vide fra i protagonisti Aldo Moro. Quella Conferenza avvenne nel periodo della guerra fredda e fu fondamentale per superare la corsa agli armamenti, aprire il dialogo, far convergere gli Stati sul tema dei diritti umani. È quello lo spirito di cui il mondo di oggi ha bisogno. Solo una grande Conferenza di pace che coinvolga tutti, attorno all’Ucraina e alla Russia, può forse rimettere in moto la cooperazione fra i popoli, fermare il riarmo, attenuare l’odio fra i popoli che si è manifestato con tanta forza.
Santa Caterina da Siena a Roma dello scultore Francesco Messina, 1962. Foto di Maurizio Cristofolini
Certo, la geopolitica non è tutto. C’è anche la libertà creativa dei popoli e delle persone. Oggi è il 29 aprile, il giorno di Santa Caterina da Siena: nel 1939 papa Pio XII la nominò patrona d’Italia, insieme a san Francesco d’Assisi, alla vigilia della Seconda Guerra mondiale. E proprio oggi, dalle colonne di Avvenire Angelo Moretti, del Movimento Europeo di Azione Non Violenta, lancia una Marcia per la pace con almeno 5mila persone, che si rechino direttamente nel teatro di guerra in Ucraina, interponendosi in un atto di protesta civile. Il sogno pacifista e pacificatore diventa disarmata responsabilità della persona. Pazzia agli occhi del mondo, forza della non violenza, fiducia nella possibilità di bene per ognuno e per tutti. Che i nostri santi patroni Francesco e Caterina aiutino questa magnificamente folle iniziativa.
PS: Ci vediamo domenica 1 maggio con la Versione dedicata ai principali articoli del fine settimana.