Rabbino ucciso, tregua vicina
Giovane lubavicher ucciso negli Emirati. Ma per il Libano tregua vicina. Kiev teme un nuovo attacco russo. Cacciari per il negoziato. Conte "uccide" il padre padrone Grillo. Giornata per le donne
Nei conflitti e nel terrorismo sono sempre i mediatori e i moderati a rimetterci. Il rabbino ventottenne, Zvi Koga, rapito e ucciso negli Emirati Arabi in odio ad Israele, e forse in rappresaglia per conto dell’Iran, era un membro del movimento Chabad Lubavich, la comunità ebraica ortodossa impegnata nella diffusione della cultura e delle tradizioni ebraiche nel mondo. Un lubavicher entusiasta del dialogo col mondo arabo e ambasciatore a Dubai della tradizione kosher del cibo ebraico. Non a caso, gli stessi Emirati si propongono come un esempio di convivenza pacifica, dopo la firma degli accordi di Abramo. L’indagine della polizia emiratina potrebbe chiarire mandanti e scopo dell’omicidio. Nonostante il terribile episodio, ci sono speranze concrete di un imminente cessate il fuoco in Libano. La tregua potrebbe arrivare già in questa settimana, secondo la tv di Stato israeliana. Lo avrebbe confermato ai suoi ministri il premier Benjamin Netanyahu. A quanto si intuisce, la situazione a Gaza invece resterebbe purtroppo drammaticamente invariata.
Sul fronte dell’altra guerra, quella in Ucraina, c’è un certo allarme nei vertici militari di Kiev che denunciano un possibile nuovo attacco russo nelle prossime ore. Nella globalizzazione del conflitto, che tende ad allargarsi, Mosca avrebbe arruolato anche soldati yemeniti in cambio di fornitura di armi. L’ex capo delle forze armate ucraine, Valeryi Zaluzhny, non ha dubbi: “Il conflitto è già globale e l’Europa non è pronta per fronteggiare un attacco prolungato della Russia”.
Massimo Cacciari, in un’analisi molto interessante, mette in relazione la crisi della politica (anche nella scarsa affluenza alle urne) con l’incapacità di negoziare la fine dei conflitti. Scrive infatti oggi sulla Stampa: “L’opinione pubblica europea è forse più convinta di quella americana a continuare il confronto Nato-Russia sulla pelle degli ucraini fino alla più improbabile delle vittorie? E allora non potrebbe ogni governo europeo, con tutta la necessaria coscienza dei propri limiti, anche nel drammatico latitare di una volontà politica comune, farsi interprete della volontà di porre termine ai massacri e dichiarare la propria idea su come giungere almeno a un armistizio? Non essere l'attore decisivo rende succubi, esonera dal dire la propria?”.
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