Record di migranti morti in mare
L'Oim ci ricorda la vera emergenza e chiede più soccorsi nel Mediterraneo. Orrore dai video nei social russi: decapitati soldati ucraini. Accordo sulle nomine: Cattaneo all'Enel. Migliora ancora Mr. B
Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni sono stati più di 441 i migranti che hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale da gennaio a marzo 2023: è il trimestre con più morti dal 2017. La tragedia di Cutro non è stata un’eccezione, una fatalità. A fronte di queste cifre, l’Onu chiede più pattugliamenti in mare. L’emergenza vera è il mancato soccorso. E invece la reazione del nostro governo (non apprezzata secondo le cronache odierne neanche a Bruxelles) è per ora stata solo quella dello stato d’emergenza. Mentre non è ancora stata dettagliata la stretta sui permessi speciali di protezione umanitaria e sulla permanenza nei Cpr, che dovrebbero prendere la forma di due emendamenti del governo al decreto Cutro, in commissione Affari costituzionali al Senato. Il governo Meloni sul tema migranti ha scelto un’impostazione di sicurezza, facendone un problema di polizia. A scapito dell’accoglienza, salvo poi accettare la logica del decreto flussi su pressione degli imprenditori che non trovano personale. Ma l’Italia è davvero accogliente? Quando avvenne la tragedia Cutro, scrivemmo qui che avremmo cercato di seguire il destino dei sopravvissuti al naufragio. Ebbene adesso sappiamo che solo 17 fra di loro, come documentato da Vita.it, hanno scelto di restare qui in Italia. Comunque la pensiate, è un altro fallimento. Per quanti anni abbiamo accettato, con una certa dose di ipocrisia, di fare del nostro Paese il molo di approdo europeo, con il tacito accordo di liberarci prima possibile dei migranti sbarcati? Pensare di affrontare la questione con la linea securitaria di Matteo Salvini può diventare un errore fatale della nostra premier.
Nuovo orrore dalla guerra in Ucraina. Ieri il presidente Volodymyr Zelensky ha fatto appello ai leader internazionali dopo un video diffuso sui social dove si vedono soldati russi che decapitano un militare ucraino: “C'è qualcosa che nessuno al mondo può ignorare: con quanta facilità queste bestie uccidono”. Da Mosca è arrivata una presa di posizione del Cremlino. Se il video con "immagini orribili" della decapitazione di un soldato ucraino da parte di militari russi fosse vero, "potrebbe esserci un'indagine. Dobbiamo verificare le immagini", ha detto il portavoce Dmitri Peskov. Intanto sale la tensione per i “leaks” dei documenti del Pentagono pubblicati sui social, anche l’Italia teme di essere tirata in ballo. Alberto Negri sul Manifesto sottolinea che tanti aspetti dei documenti riservati erano già stati ammessi pubblicamente dal generale americano Mark Milley. E si chiede ironicamente: e se la “talpa” del Pentagono fosse lui?
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