Risposta mirata all'Iran
Israele attacca venerdì notte obiettivi militari iraniani. Teheran minimizza. Biden ottiene un successo alla vigilia del voto Usa. Chiude il Sinodo nel nome della pace. Grillo dice: i 5S sono morti
Israele ha risposto al lancio di missili iraniani del primo ottobre scorso. Lo ha fatto nella notte tra venerdì e sabato con un raid aereo “chirurgico” che ha colpito obiettivi militari, senza danneggiare pozzi petroliferi o impianti nucleari. Benjamin Netanyahu ha dunque colpito, come promesso, in un momento inaspettato. Di fatto però per una volta accogliendo (a pochi giorni dal voto Usa) la raccomandazione della Casa Bianca. Decisione da non sottovalutare e che infatti provoca la reazione positiva di Joe Biden e di Kamala Harris. Con una risposta limitata, il rischio di una guerra globale obiettivamente, come nota anche l’avversario politico di Bibi lo scrittore israeliano Etgar Keret, si allontana. Teheran, non a caso, minimizza. A favore della propaganda interna, ma anche mettendo le basi per chiudere il ciclo (che a volte appare assurdamente infantile) di rappresaglie e ritorsioni. Gli ayatollah sanno bene che un altro colpo contro Israele potrebbe alimentare una guerra regionale che vogliono evitare.
L’altra faccia della medaglia è la tragedia quasi del tutto archiviata di Gaza. Nel silenzio continuano i bombardamenti e sale ogni giorno il numero delle vittime nella Striscia, la situazione umanitaria è al collasso e non ci sono prospettive di vero cambiamento. Ne parla sul Sole 24 Ore padre Gabriel Romanelli, il parroco rimasto a Gaza City, con i pochi fedeli palestinesi, le suore di Madre Teresa, i disabili assistiti. Il mondo chiede il cessate il fuoco per Libano e Striscia. Ieri in Italia si calcola che almeno 80 mila persone siano scese in piazza per chiedere la pace: da Torino a Palermo.
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