"Sempre ricominciare"
Papa Francesco a Venezia. Una Biennale diversa con le detenute. Parolin:"Pronti ad ogni negoziato". Il bivio di Netanyahu. Vannacci contro i disabili nelle scuole. Oggi da Pescara si candida Meloni
Scusate, ad alcuni non era arrivata l’immagine, spedisco di nuovo.
Mentre vi arriva questa newsletter scorrono le immagini in diretta della visita di papa Francesco a Venezia. È un’occasione straordinaria quella di stamattina per celebrare la bellezza della città lagunare, incontrare i giovani alla Salute e i veneziani in piazza San Marco. Il primo incontro del Papa è stato con le detenute del carcere femminile della Giudecca, luogo dove è stato allestito il padiglione della Santa Sede alla Biennale d’Arte di Venezia. Un padiglione particolare (vedi Foto del Giorno), che spiega bene Giuseppe Frangi nell’articolo per Vita. «Dato che per entrare in carcere bisogna lasciare all’ingresso i cellulari, ecco che accade il miracolo: la mostra di cui tutti parlano e per la quale tutti si mettono in coda, è una mostra “invisibile”. Invisibile esattamente come le persone che abitano il luogo in cui è stata allestita. Si è creato così un corto circuito che fa saltare le normali dinamiche della comunicazione: il silenzio mediatico si dimostra molto più potente dell’affannoso e tante volte insopportabile cicaleccio che pervade il mondo dell’arte. Maurizio Cattelan, un artista che è maestro come pochi nel conquistare visibilità cavalcando l’ansia dei nuovi media, ha ammesso che la scelta del Vaticano “è un gesto rivoluzionario perché ci obbliga a mettere piede in un territorio inesplorato, a guardare negli occhi chi ha perso la libertà”». Nelle parole di Francesco ai giovani sugli smartphone, ecco lo stesso potente messaggio. Quasi un anticipo del suo intervento sull’Intelligenza Artificiale al prossimo G7 (annunciato a sorpresa da Giorgia Meloni).
Messaggio anche di pace quello di papa Francesco in Laguna. Messaggio rilanciato da una intervista oggi del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano ad Avvenire. La Santa Sede, spiega il “ministro degli esteri” vaticano, è pronta a qualsiasi mediazione e negoziazione in tutte le crisi presenti.
A proposito di diplomazia e Medio Oriente. Il Segretario di Stato Usa Tony Blinken è tornato in Medio Oriente ed ha fatto una sosta a Riad prima di tornare in pressing sul governo israeliano. Sul New York Times Thomas Friedman spiega perfettamente la questione. L’Arabia Saudita ha comunicato agli americani un’agenda che prevedrebbe un riconoscimento di Israele ma anche della Palestina. Benjamin Netanyhau si trova così oggi davanti ad un bivio: o accetta l’accordo con i sauditi di ampio respiro o tenta l’ultimo assalto militare a Rafah. Intanto Nello Scavo su Avvenire racconta quanto costi la fuga da Rafah.
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