La Versione di Banfi

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Senza quorum, via ai commenti

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I giornali, dopo settimane di silenzio, spiegano i referendum. Flop della sinistra e nuova arroganza dalla maggioranza. Ma l'odio CGIL era per Renzi. LA brucia. A Gaza muoiono bimbi senza cibo

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Alessandro Banfi
giu 10, 2025
∙ A pagamento
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Nella lettura dei dati di questi referendum c’è qualcosa di involontariamente comico. I giornali, che ne hanno occultato l’esistenza fino all’ultimo, ora parlano di questo appuntamento come se fosse stato il giudizio universale. Il voto più importante degli ultimi anni. Prima tutti zitti, ora una valanga di valutazioni e commenti. La cosa più ridicola l’ha detta Matteo Salvini che vuole inasprire le norme attuali sulla cittadinanza. Una, cento, mille Albanie! Ma non è la sola. Maurizio Landini, 44 anni dopo, ha fatto lo stesso ragionamento dei cattolici dopo la sconfitta sull’aborto: si ricomincia dal 30 per cento… È un’illusione. Allora come adesso. Così com’è parecchio temerario a sinistra calcolare i voti assoluti per dire che sono alla stessa quota dei consensi del centro destra. Un’altra fake è sostenere che l’unico referendum flop è stato quello sulla cittadinanza, perché nelle schede votate i sì erano al 60 per cento. In questo caso si tiene nascosto che i 5 Stelle, coerentemente con la loro tradizione cattivista (Di Maio parlava dei taxi del mare in tv quando era al governo con Salvini) sono stati apertamente ostili a questo quesito, predicando il no o l’astensione.

Una considerazione seria invece andrebbe fatta su un istituto democratico che si è molto logorato. O si alza il numero delle firme necessarie per chiedere un referendum o si abolisce il quorum (obiettivamente pensato in un’altra era geologica della vita pubblica italiana). E comunque i promotori devono valutare meglio l’effetto boomerang. Schlein & c. hanno la responsabilità di avere regalato al governo una nuova stagione di prepotenza e arroganza su temi chiave come diritti dei migranti e occupazione, soprattutto per il gusto di rinnegare fra l’altro le riforme a suo tempo varate da Matteo Renzi. Che oggi dice a Repubblica: «L'errore politico e culturale che ha fatto la Cgil è stato quello di voler regolare i conti con il passato. Hanno fatto un referendum sul mio governo di dieci anni fa ma il problema è il governo Meloni oggi». Sacrosanto.

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