Sfida sul governo
Giorgia Meloni chiama Piersilvio e fa presente le conseguenze della rottura politica con il padre. Forse domani un incontro. In Europa va Draghi. Udienza di Cl dal Papa: "La Chiesa ha bisogno di voi"
Giorgia Meloni ha chiamato Piersilvio Berlusconi. Un paio di volte, nelle ultime ore. Lo ha scritto stamattina Francesco Verderami sul Corriere ed è dunque di dominio pubblico. È una nemesi: anche il nodo del conflitto d’interessi torna al pettine della politica grazie allo scontro all’interno del centrodestra (diventato destracentro ormai). Sabato i giornali raccontavano di una premier in pectore infuriata che ricordava al fondatore di Forza Italia di non essere “ricattabile”. Mr. B invece deve tener conto non solo di un partito dal quale ogni giorno aumentano le defezioni ma soprattutto delle aziende di famiglia. E la stessa Meloni non avrebbe nascosto ai suoi interlocutori che si tratta di aziende che sono esposte al condizionamento del potere politico. Senza giri di parole, direttamente. Del resto, il destino del governo si gioca subito, dal primo giorno ufficiale della legislatura, sulla tenuta della maggioranza. Silvio Berlusconi scommette tutto sulla indispensabilità dei voti di Forza Italia e vorrebbe sottoporre ora la futura premier allo stesso trattamento che per diversi anni ha dovuto subire dai suoi alleati. Giorgia Meloni fa sapere però che i sondaggi continuano a crescere per Fratelli d’Italia e che sarebbe anche pronta ad andare di nuovo, subito, al voto, in caso di un prolungato braccio di ferro con il Cav. In mezzo ci sono diversi mediatori, pontieri che sperano in un accordo tra i due, a cominciare da Gianni Letta. Sgomberato il campo dal caso Ronzulli (ha detto ieri Meloni: “Il mio compito a Palazzo Chigi sarà molto difficile e non intendo svolgerlo con dei Toninelli al fianco”), non è chiarissimo quale possa essere l’accordo sui nomi dei ministri. Tre caselle sembrano blindate: Antonio Tajani agli Esteri, Giancarlo Giorgetti all’Economia, il prefetto Matteo Piantedosi al Viminale.
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