Sì alle mine, no alla tregua
Gli Usa mandano le mine antiuomo a Kiev, finora bandite. E all'Onu votano per la quarta volta contro la tregua a Gaza. Ok a Ursula 2.0, passa Fitto. Inizia la consultazione dei 5 Stelle
La guerra avanza. La Gran Bretagna è ancora una volta la più zelante nell’alleanza militare: sono inglesi i primi missili a lungo raggio a colpire la Russia. Ma la vera notizia da escalation bellica arriva da Washington: gli Usa spediscono le mine antiuomo a Kiev per aiutare gli ucraini a fermare l’avanzata dei nemici. Le mine erano finora ritenute un’arma sporca e da mettere al bando. I due mesi più lunghi per l’Ucraina potrebbero dunque essere del tutto diversi dai primi tre anni di conflitto. Joe Biden ha tolto il doppio veto, missili e mine. La stampa europea è entusiasta, un po’ meno quella americana. Ma sono in pochissimi a sottolineare la voluta divergenza fra i due Presidenti.
C’è un punto però di grande continuità fra Joe Biden e Donald Trump ed è la posizione sul Medio Oriente. Ieri per la quarta volta gli Stati Uniti hanno posto il veto al Consiglio di sicurezza dell’Onu ad una risoluzione che chiedeva la tregua per Gaza. Secondo l’Autorità nazionale palestinese il voto americano “incoraggia Israele a continuare a commettere i suoi crimini contro civili innocenti”. A proposito, Nello del Gatto ha intervistato per La Stampa Ehud Olmert, ex premier israeliano, che tornando sulla recente polemica sul “genocidio” e Bergoglio dice: «Da quello che ho letto, il Papa non ha espresso alcun giudizio sulle condotte di Israele a Gaza, ma una sua legittima preoccupazione».
Papa Francesco si ostina a chiedere il negoziato, la tregua, la pace. Lo ha fatto anche ricevendo la moglie di Volodymyr Zelensky, Olena Zelenska, in visita ieri a Roma. «Occorre fare di più e con più coraggio», ha detto il cardinale Matteo Zuppi chiedendo un cambio di passo per fermare la guerra. Il presidente della Cei ha chiamato in causa «la comunità internazionale» e la Ue: «Ricordiamoci che l’Europa è nata per immaginare la pace, impensabile fra popoli che si erano combattuti per secoli».
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