Speranza di tregua
Irruzione dei parenti degli ostaggi nella Knesset. Netanyahu propone una tregua per riavere i rapiti. Sì Ue alla missione nel Mar Rosso. Meloni attacca gli Agnelli. New Hampshire decisivo per Haley
Clamorosa protesta, con irruzione dei parenti degli ostaggi rapiti da Hamas, nel Parlamento di Gerusalemme. La pressione popolare e l’isolamento internazionale stanno spingendo Benjamin Netanyahu a concedere qualcosa alla trattativa. La stampa Usa ha scritto che il premier israeliano avrebbe proposto due mesi di tregua in cambio della liberazione di tutti gli ostaggi. Si attende nelle prossime ore la risposta di Hamas. Fra i mediatori ci sono gli Usa e il Qatar. Ieri, nella riunione dei ministri degli Esteri della Ue, Josep Borrell è stato ancora molto duro con l’attuale governo israeliano e ha pesantemente criticato la proposta di creare un’isola artificiale davanti alla Striscia, dove confinare un milione e 800 mila palestinesi. I laburisti israeliani, intanto, hanno presentato la prima mozione di sfiducia dall’inizio della guerra contro il governo Netanyahu, attaccando proprio la gestione degli ostaggi.
I ministri degli Esteri dell’Ue hanno detto sì invece alla missione militare navale “Aspis” che dovrebbe dispiegarsi nel Mar Rosso e vedere la partecipazione di Italia, Francia e Germania. Il via libera formale potrebbe arrivare nella prossima riunione Ue del 19 febbraio. Ci sono ancora da definire i dettagli. Per ora si sa che il compito di proteggere i mercantili in transito sarà affidato a tre navi. Giorgia Meloni ha già detto che non ritiene necessario un voto del Parlamento italiano sulla missione, che sarebbe anzitutto “difensiva”.
Il cardinal Matteo Zuppi ha invitato tutti i Vescovi e la Chiesa italiana a “non lasciare solo papa Francesco”, soprattutto nella richiesta di pace. Lo ha fatto in occasione del Consiglio permanente della Cei, sessione invernale. Ha detto: «La costruzione della pace è certamente un dovere dei “grandi” della Terra, ma chiama in causa ciascuno di noi. Ognuno deve essere operatore di pace, artigiano di pace. Dobbiamo trasformare la sofferenza causata dalla guerra nella nostra sofferenza».
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