Speranze di tregua
Si spera nel cessate il fuoco in Libano. Incertezza su Gaza e sui palestinesi. Macron è per spedire i soldati in Ucraina. Il Papa: ipocriti nel fabbricare armi. Meloni polemica su donne e stranieri
La tregua in Libano è nelle mani del governo israeliano. Dopo che è stata proposta da Francia e Stati Uniti. Si capirà entro le prossime 24 ore se davvero ci si arriverà e a quali condizioni. La vera fine dei combattimenti dovrebbe scattare 36 ore dopo la firma se Benjamin Netanyahu convincerà i partner dell’ultradestra ad approvare il cessate il fuoco con Hezbollah. Potrebbe essere un passaggio importante per tutto il Medio Oriente. E non solo. Resta il nodo dei palestinesi e di Gaza, il cui destino non è per nulla scontato. Ieri a Roma il ministro degli esteri egiziano (che ha partecipato ai Med dialogues dell’Ispi) ha lanciato un appello a tutti i Paesi perché i palestinesi non siano costretti a lasciare la Striscia. Inquietante l’ennesimo attacco alla libertà di stampa: lo storico giornale della sinistra ebraica Haaretz è oggetto di un pesante boicottaggio da parte del governo.
Sul fronte dell’Ucraina aumentano le voci di un maggiore coinvolgimento militare dell’Europa. Secondo quanto rivela Le Monde sono riprese le discussioni per spedire a fianco degli ucraini soldati europei. La Francia è schierata a favore e da tempo ne ha parlato Emmanuel Macron. Più prudenti sono la Gran Bretagna (Londra ha smentito) e la Germania, dove però il governo ha invitato i cittadini a trasformare cantine e seminterrati in rifugi antiaereo. Intanto la Russia avanza nel Donbass.
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